A gonfie veleNei mesi di novembre e dicembre abbiamo incontrato le famiglie delle “Vele” di Scampìa. Non finirò mai di ringraziare abbastanza il Signore per la grazia concessa all’Opera di avere una sede in un luogo che necessita così tanto della “Nuova Evangelizzazione” e bistrattato in tutti i modi dai media (valga l’esempio del programma “Le Iene” trasmesso alla fine di novembre su Italia 1) che non mettono in risalto la verità globale, ma solo una parte di essa.

 Qui la situazione non è cambiata un granché ad eccezione del fatto che molte famiglie sono andate via e sono riuscite ad ottenere finalmente la “sospirata casa nuova”.Quelle che sono rimaste, fanno il conto alla rovescia in base al posto assegnato loro nella graduatoria delle famiglie aventi diritto alla casa.

 Il dramma della droga e del disagio giovanile, purtroppo, è sempre .lo stesso. Dalla visita ufficiale del sindaco Iervolino e del presidente Ciampi avvenuta un anno or sono, non sembrano esserci state grandi trasformazioni. Persiste la mancanza di punti di aggregazione per i giovani e il lavoro non c’è.

. I “ragazzi per bene”si ritrovano sui ballatoi al freddo ed al buio. Lo stesso dicasi per i bambini.

 Le chiese parrocchiali non sono vicine e così, ad eccezione dell’ora di catechismo alla quale pochi bambini attendono. Vari casi sono e di bambini che a 9-10 anni  non hanno ancora ricevuto il battesimo o ragazzi che all’età di 15-16 anni non si sono ancora accostati alla prima comunione.

 Qui i  bambini che desiderassero giocare giù in giardino o semplicemente fare una passeggiata, sono costretti ad assistere al triste spettacolo delle siringhe e di cumuli di rifiuti che campeggiano sulle strade. Molte mamme, quindi, sono costrette  a tenerli in casa ( play station o TV a tutto spiano risultano essere l’unica alternativa possibile ai ballatoi freddi e rischiosi).

 Nel tentativo di far giungere loro una “voce alternativa” rispetto a quelle del contesto, abbiamo cercato di spargere qualche “piccolo seme evangelico” nell’angusto spazio del vestibolo anteriore della nostra piccola abitazione. Ma come fai ad accogliere i bambini in un metro e 50 per un metro e 50? In ogni caso, la mancanza di spazio o meglio di aule in cui poter accogliere i bambini, non è stato un ostacolo all’azione di grazia del buon Gesù.

Sebbene scomodi, abbiamo sperimentato ancora una volta una delle sfaccettature della parola di S. Paolo: “E’nella  debolezza che si manifesta la mia forza”.

  Credeteci, non è facile fare da trait d’union tra famiglie (nei pochi casi in cui vi sia il sacramento del matrimonio ad unire la coppia) in cui spesso i papà non sanno più che fare per sbarcare il lunario. Sperimentiamo ogni giorno lo spaventoso aumento dell’indifferenza religiosa, di sedicenti cristiani che partono con la fede e arretrano  ben presto dal cammino. Vengono in mente le parole di Gesù: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso”. E’ vero, le tenebre dell’apostasia rischiano di diventare sempre più fitte e Gesù cerca con il nostro consenso di accendere piccole lampade che a loro volta ne accendano altre. E qui, nelle vele la presenza di piccoli lumi è fondamentale. E’ vitale riaccendere nei cuori vacillanti e tiepidi il lucignolo fumigante della fede, far comprendere ai lontani ed a coloro che hanno visto gradualmente crollare i loro sogni e le loro speranze che la speranza è ancora possibile, trasmettere fiducia piena nella potenza della preghiera e dei sacramenti, far capire che una reale trasformazione in questa paralisi parte da coscienze rinnovate e soprattutto liberate dall’azione salvifica di un Gesù che non è lontano.

 Purtroppo, ripeto, in due non è facile. Le parrocchie fanno del loro meglio per l’azione evangelizzatrice qui nelle Vele ma ci vorrebbe una maggiore collaborazione tra esse e la presenza di un sacerdote a tempo pieno che venga a cercare le 99 pecorelle smarrite….

  Chiediamo ancora il vostro VITALE SOSTEGNO SPPIRITUALE (l’offerta della vostra preghiera ed anche delle sofferenze seminate nelle vostre giornate) perché l’apostolato in questo luogo non si arresti e possa procedere “A GONFIE VELE”.