Segni liturgici

 

 

 

 

 

Passiamo davanti ad una chiesa, ed istintivamente ci viene di segnarci con la croce. I bambini, ancora di più, mandano baci alla Madonnina.

 

Perché i vecchietti si levavano il cappello quando passavano davanti ad una chiesa? Non era mica rivolto all’edificio, ma al Signore che vi abita dentro. Dividere il tempo in Avvento e Natale, Quaresima e Pasqua, perché? E anche i paramenti del Sacerdote mostrano un colore differente: bianco nelle solennità, rosso per i martiri, azzurro per la Beata Vergine Maria. E pensate alla liturgia del Cielo, con gli Angeli che cantano fra luci e colori che tanti artisti hanno provato a raffigurare, compresa la bellezza soprannaturale della Madonna trionfante in cielo, con la Santissima Trinità che la incorona. I simboli vogliono richiamare ad una realtà che non possiamo ancora raggiungere, Dio è nostro Padre, ci nutre, ed il suo Corpo e il suo Sangue che ha donato a noi ci uniscono a Lui già da questa terra: “dato per voi e per tutti in remissione dei peccati… il mio Corpo è vero cibo e il mio Sangue è vera bevanda, fate questo in memoria di Me”: è il memoriale della sua Passione, che ci riporta al Golgota. E sull’altare si compie il suo Sacrificio, mentre la nostra vita partecipa e si unisce alla Sua. L’altare è illuminato dalle candele accese, che simboleggiano la nostra fede, per questo davanti al Tabernacolo la luce deve sempre ardere, notte e


giorno.


 

Quando il Sacerdote sale all’altare per celebrare la Santa Messa, fa salire l’incenso, simbolo delle nostre preghiere che salgono a Dio; noi, prima di ascoltare la Parola di Dio, ci segniamo la fronte, la bocca e il cuore perché possiamo accoglierla in purezza, e nell’Omelia Dio stesso, nella persona del Sacerdote, ci esorta, con un discorso omiletico, discorso familiare, come di un papà ai propri figli

Per questo anche l’ambone è un luogo sacro e viene abbellito e decorato: possiamo dire che la prima mensa è quella che parte dall’ambone, perché da lì si proclama la Parola di Dio. E il Sacerdote dopo averla proclamata bacia il Vangelo, perché Dio è nella sua Parola: “le mie parole sono Spirito e vita”.

                                                                        Sorella Paola