L’evangelizzazione  

 


sulla scia di S. Teresina del Bambin Gesù

Nella costituzione della Parrocchia di S. Teresina del Bambin Gesù, nel 1970, fu attaccata la parte più periferica e meno sviluppata (almeno allora) della città, che era cresciuta e continuava a crescere senza strutture e servizi sociali, senza chiesa, letteralmente spezzata dal passaggio a livello.

La parrocchia era formata da tanti rioni distanti tra loro, realizzati senza piano regolatore con molte case a piano terra. Da notare che Battipaglia era l’unica città d’Italia con oltre 30 mila abitanti, con una sola chiesa ed un'unica parrocchia dedicata a S. Maria della Speranza, eletta patrona di Battipaglia il 1 luglio 1979 dall’Arcivescovo Monsignor Pollio.

 

Questi anni sono caratterizzati dal forte tasso di emigrazione e di immigrazione con tutte le problematiche che l’urbanizzazione comporta circa i rapporti interpersonali, l’ambientazione in una realtà civica non più “paesana” ma cittadina.

Stabilizzatosi il fenomeno dell’emigrazione, con l’insediamento delle nuove e grandi attività industriali si sviluppano le industrie, l’artigianato, il terziario e l’indotto, cose che producono ricchezza e sicurezza sociale. Prendono piede le piccole e medie industrie e quindi il commercio, anche l’agricoltura subisce e patisce delle trasformazioni profonde.

Finisce l’era del pomodoro e del tabacco e si sviluppa l’era delle colture sotto terra. Intanto sempre nella parrocchia sorgono nuovi insediamenti rionali abitativi: Parco delle Magnolie, Via Rosa Jemma, Parchi Santese. La parrocchia durante queste trasformazioni operava in una piccola struttura di sei metri per diciannove: era nello stesso tempo chiesa, uffici e oratorio. Nel 1979 veniva donato dal comune il vecchio mattatoio che veniva trasformato e adattato a chiesa rionale: l’attuale Tempio del Sacro Cuore di Gesù, in Via Rosa Jemma, consacrato il 1 marzo 2008 dall’Arcivescovo Monsignor Pierro.

Nella notte di Natale del 1986 fu celebrata la prima messa nella nuova parrocchia a Taverna delle Rose intitolata alla Santa delle rose. S. Teresa del Bambin Gesù.

Successivamente il complesso parrocchiale è stato arricchito con sale, saloni, cucine, campo di calcio, mensa parrocchiale, centro di ascolto e la bella e funzionale casa canonica.

La chiesa fu realizzata con un munifico contributo economico elargito dal Ministero degli Interni per volontà e decisone dell’allora Ministro Oscar Luigi Scalfaro. Per le rifiniture e gli abbellimenti contribuirono magnanimamente fedeli e amici, oltre all’amministrazione Comunale di Battipaglia.

Le due missioni popolari del 1984 e del 1997 e specialmente la venuta delle spoglie mortali della Santa di Lysieux nel giugno e nell’ottobre del 2000, con le grandi celebrazioni centenarie in onore della Santa e le migliaia di fedeli che invasero letteralmente la chiesa, rimangono una pietra miliare nella storia della parrocchia.

 

Cosa ha rappresentato e cosa rappresenta oggi la parrocchia di S. Teresina sul territorio?

Oltre alle normali attività di celebrazioni sacre, la parrocchia è stata ed è un punto di assoluto riferimento ed anche di rifugio, luogo di aggregazione e formazione, se si guarda ai tanti ritiri spirituali, conferenze e meeting, alle attività teatrali e musicali svolte nell’arco dei tanti anni. Non c’è un’alta frequenza alla messa festiva, tantissimi, pur rispettosi del sacerdote e del parroco, pur non rinnegando la fede, non la nutrono a dovere e di conseguenza non avvertono l’esigenza di partecipare alla messa domenicale e alla vita della Chiesa.

Su quest’ultimo punto l’opera di Maria Vergine e Madre da circa 4 anni si impegna per la parrocchia, con il beneplacito del parroco, visitando quotidianamente le famiglie, cerca così, attraverso la recita del santo Rosario, la meditazione della Parola di Dio e gli insegnamenti della Chiesa di far risvegliare la fede. In questo noi, Apostoline dell’Opera, ci facciamo aiutare da S.Teresina, seguendo la sua piccola via dell’umiltà e della piccolezza. Quasi nel nascondimento, nella semplicità ogni giorno entriamo nelle famiglie portando con noi, come Maria quando visitò Elisabetta, la gioia del Verbo Incarnato volendola comunicare e condividere con gli altri. Non cerchiamo plausi né riconoscimenti ma come la Santa vogliamo essere nella Chiesa l’Amore. Che la SS. Madre e la piccola sposa di Gesù ci aiutino in questo.

 

                                                            A cura di Sorella Silvana