La fede fondamento delle cose che si sperano e
 prova di quelle che non si vedono
 

 

 

 

 

 


La fede è la virtù ( la virtù è una disposizione abituale a fare il bene) teologale ( nei confronti di Dio) per la quale noi crediamo in Dio e a tutto ciò che egli ha detto e rivelato e che la Santa Chiesa ci propone da credere, perché egli è la stessa verità. (cfr art.1814 C.C.C.)

E’ un dono che Dio fa all’uomo gratuitamente e con esso l’uomo si affida liberamente e totalmente a Dio.

L’ insegnamento di Gesù sembra duro, troppo difficile da accogliere e da mettere in pratica. Gesù purtroppo non si accontenta di un’apparenza superficiale e formale, non gli è sufficiente una prima ed entusiastica adesione, ma vuole che prendiamo parte per tutta la vita al suo pensare e al suo volere. Seguirlo riempie il cuore di gioia e dà senso pieno alla nostra esistenza, ma comporta anche difficoltà e rinunce, perché molto spesso si deve andare controcorrente. 

C’è allora chi Lo rifiuta e L’abbandona; c’è chi cerca di adattare la Sua parola alle mode di tempi, “snaturandone il senso e il valore”. (Cfr Angelus del 23 agosto 2009 – Papa Benedetto XVI).

Noi possiamo perdere il dono inestimabile della fede. San Paolo mette in guardia Timoteo per questo: “Combatti la buona battaglia con fede e buona coscienza perché alcuni che l’hanno ripudiata hanno fatto naufragio nella fede ( 1 Tm 1,18-19)”.

Per vivere, crescere e perseverare nella fede sino alla fine, dobbiamo nutrirci della Parola di Dio; dobbiamo chiedere al Signore di far crescere il seme della fede; essa deve operare per mezzo della carità (Gal 5,6), essere sostenuta dalla speranza, essere radicata nella fede della Chiesa.

(cfr art. 162 C.C.C.).

Come ogni dono, la fede va accolta, va data la manutenzione giornaliera, va custodita fino alla fine della nostra vita. “Chi persevererà fino alla fine sarà salvato (Mt 24,13)”.

 

Dobbiamo aprire con fiducia il cuore a Cristo, ci dobbiamo lasciare conquistare dalla Sua Parola e chiedere con la preghiera che si realizzi in noi.

La Sua Parola è: speranza, amore, rifugio, sostegno, conforto, forza, vita; solo nella fede nella Sua Parola si cammina sulla giusta rotta. Convinciamoci e diciamo anche noi con l’apostolo Pietro “Signore da chi andremo ? Tu hai parole di vita eterna (Gv 6,68)“. “E’ ormai tempo di svegliarvi dal sonno (Rm 13, 11)” Riaccendiamo quel fuocherello d’amore che è ancora in noi, quell’ancora di speranza che ci tiene ancora in vita, prendiamo nelle nostre mani le Sacre Scritture e abbandoniamo il nostro Io- dio. E se già facciamo questo, stiamo sempre vigilanti come le vergine sagge con le lampade accese, non lasciamoci distrarre dalle attrattive del mondo, sia il nostro sguardo sempre rivolto alle cose di lassù anche se impegnati nelle cose del mondo.

Dobbiamo orientare le cose del mondo alla meta finale, al Regno dei Cieli. Se la nostra risposta di fede sarà l’abbandono totale in Dio non dobbiamo temere nulla: riusciremo a superare ogni difficoltà, ogni tentazione, ogni situazione che la vita ci metterà davanti.

Noi non siamo di questo mondo, siamo in pellegrinaggio per la meta eterna e Gesù si fa nostro viandante, ci ha additato ampiamente la strada: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso prenda la sua croce e mi segua (Mt 16,24)”, ci ha indicato come comportarci: “imparate da me che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29) e ha donato alla Sua Chiesa dei mezzi necessari per camminare ( i Sacramenti).

Fidiamoci di Lui.

Riconosciamo la nostra pochezza, la nostra debolezza ed Egli ci porterà in braccio come una mamma con il suo bimbo, come un pastore con la sua pecorella. 

Sorella Silvana