HO AMATO SALERNO

Fratelli e figli carissimi,

consentitemi che, per l’ultima volta, mi rivolga a voi chiamandovi fratelli e figli carissimi.

Il mio mandato è terminato, ma restano i vincoli che ci hanno legato in questi anni e, sono certo, continueranno anche in futuro.

Sono, infatti, figlio di questa Chiesa santa che è in Salerno- Campagna- Acerno che il Signore, nella sua infinita misericordia, ha chiamato ad essere, senza mio merito, anche vostro padre nella fede.

In questi anni abbiamo lavorato insieme, sofferto insieme, goduto insieme. Vi è noto il lavoro svolto che aveva come scopo la crescita nella fede della nostra Comunità .Sin dal mio primo messaggio: “Alzati, Gerusalemme, rivestiti di luce!...”(Is 60,1) vi espongo gli obbiettivi che mi sono adoperato di realizzare, contando sulla vostra corale e corresponsabile collaborazione.

Richiamai le parole del nostro amato Papa, il Servo di Dio Giovanni Paolo II, per un rinnovato impegno di evangelizzazione a tutti i livelli: “Il nostro obbiettivo pastorale primario è di edificare comunità cristiane mature e di aiutare i cristiani a crescere in una fede adulta , cristiani e comunità cioè che sappiano essere nel mondo testimoni della trascendente verità della vita nuova in Cristo”.(Discorso ai Vescovi italiani per la XXXV Assemblea Generale, in L’Osservatore Romano 16 maggio 1992, p.6/7).

 

Di qui il riferimento costante alla nostra storia prestigiosa per cogliere utili orientamenti per il futuro lavoro. In tale linea si inscrivono le realizzazioni di questi anni per offrire alla Comunità strutture idonee per l’azione pastorale e che vi sono note : la nuova sede dell’istituto Superiore di Scienze Religiose, il palazzo “Vitagliano” sede di tutte le Associazioni e Movimenti ecclesiali, il palazzo di Via Bastioni, con la nuova sede della Caritas diocesana, il restauro del palazzo arcivescovile, dei locali per l’emittente cattolica Telediocesi Salerno e per il settimanale “Agire”, della Curia Arcivescovile, del Tribunale ecclesiastico Interdiocesano salernitano-lucano, Casa Betania per le ragazze-madri, la sede dell’Università “Suor Orsola Benincasa”, il Villaggio “S. Giuseppe”, il palazzo ex Seminario Arcivescovile, ove hanno degna collocazione il Museo Diocesano “ S. Matteo”, l’Archivio storico e la Biblioteca, sotto l’egida della Soprintendenza ai BB.AA.SS., il nuovo Seminario Metropolitano “Giovanni Paolo II”, posto a servizio delle Chiese dell’intera Metropolia, i nuovi impianti sportivi presso lo stesso seminario, il restauro della Villa patronale, il nuovo ingresso al Seminario.

 

Al di là di tali  realizzazioni, restano il grande amore per la nostra Chiesa e l’impegno pastorale che le hanno ispirato.

I Convegni pastorali diocesani annuali, la celebrazione del Sinodo, l’attuazione del Concilio Vaticano II, le numerose iniziative pastorali (Anno Eucaristico, Anno del Sacerdozio, Congressi eucaristici zonali e diocesano, la Peregrinatio di S. Gregorio VII, la Peregrinatio Mariae) sono stati momenti privilegiati che hanno mobilitato la diocesi, in tutte le sue componenti.

Come non ricordare ora la venuta del Papa per l’inaugurazione del nuovo Seminario Metropolitano il 4 settembre 1999? L’evento resterà negli annali della nostra storia, come una grande luce che indica il futuro cammino.

Ho amato Salerno, dando impulso ai festeggiamenti patronali in onore di S. Matteo, patrono della città e della diocesi.

Ho amato il Signore, unico nostro salvatore e Redentore.

Ho amato la Madonna . Madre del Signore e Madre nostra.

Ho amato il nostro popolo, con particolare riguardo agli umili, ai poveri, ai malati, agli anziani, alle persone sole, sforzandomi di essere padre, fratello e amico.

Porto con me il peso delle tribolazioni che non mi sono mancate e che hanno impreziosito il nostro cammino” con l’insostituibile fecondità della croce”.

 

Ringrazio tutti voi, carissimi fratelli e figli! Per il bene che mi avete voluto e che ho cercato di ricambiare, per la collaborazione offertami, per l’indulgenza usatami per i miei limiti.

Sono grato ai fratelli presbiteri, ai religiosi e alle religiose, ai diaconi permanenti, ai seminaristi, ai gruppi, associazioni, movimenti e comunità per l’aiuto e la comprensione.

Ringrazio le Autorità di ogni ordine e grado con cui c’è stata sempre, pur nel rispetto dei propri ruoli, collaborazione e intesa per il bene comune.

Ringrazio il Santo Padre benedetto XVI per la paterna bontà.

Sono anche grato ai Vescovi della Metropolia e della Regione per l’intesa collaborazione e per l’ edificazione ricevuta.

Un grazie particolare rivolgo agli ammalati che hanno offerto le loro sofferenze per noi, perché il nostro cammino fosse più spedito e la nostra Chiesa risplendesse di nuova luce.

Ringrazio i nostri Santi Patroni e i nostri Morti che sempre ci hanno sostenuti, difesi e consolati.

 

Mi accomiato da voi ripetendo quanto scrissi nell’ultimo Messaggio per la Quaresima di quest’anno: “Amatevi gli uni gli altri” (Gv 15,17).

Godrò con voi quando sentirò che, sotto la guida del novello Pastore, il nostro amato Arcivescovo, mons. Luigi Moretti, che accogliamo con gioia, camminate, con maggiore slancio, nelle vie di Dio e testimoniate sul territorio l’amore al Signore, alla Madonna, al Papa, ai fratelli.

 

Chiudo questi  breve note gridando, come ero solito fare al termine della processione di S. Matteo: VIVA SALERNO! VIVA S. MATTEO!

Con grande affetto Vi benedico nel nome del Padre , del figlio e dello Spirito Santo.

Salerno 4 settembre 2010

GERARDO PIERRO

Arcivescovo Emerito