http://www.intelligenzaemotiva.it/bambini/images/ph48846.wb1.jpgD:\lulù NNT\immagini nv marzo\grazie.jpgLa parola predominante di questo capitolo è  “saluto”.  Questo “saluto alle varie comunità” è una parte dell'evangelizzazione, ed è una parte importante della lettera. Il saluto precede la lettera, precede l'annuncio.

 Il saluto è una chiave di apertura di un dialogo, di un incontro ed è caratterizzato dalla presenza,e quando questa non c’è,  il saluto, scritto o telefonico, deve trasmettere la persona. Ecco perché un piccolo “ciao” ha un'importanza rilevante nelle relazioni umane. È brutto che una persona ti passa davanti e manco ti saluta.

E’ bene che impariamo a salutare sempre, a non rendere mai nessuna persona trasparente ai nostri occhi.

 

 Il saluto, in qualche modo, è una picconata all'orgoglio proprio, quando c'è un risentimento, ed è anche una picconata al  muro di silenzio, di indifferenza tra le persone.

Il  saluto può essere un invito al bene :“salve, Dio ti salvi, che la salute e la salvezza siano con te!”, o può essere beffardo, dipende, quindi, da  come lo si dice e quando lo  si dice! Al saluto  segue la motivazione del saluto,  e un saluto senza motivazione,  non ha senso.

Quando il saluto è pregno, carico di bontà, di amore, sprigiona in sé già un ponte tra le persone. Al saluto fa seguito  una dichiarazione o un movimento che può essere un sorriso, un gesto di mano,  un contatto almeno spirituale, gioioso, di condivisione, di comunione.

Quando il saluto non è pregno di bontà, segue la beffa  : dopo il saluto “Salve, re dei Giudei!”, i soldati schiaffeggiano Gesù, gli incrinano la canna sulla Testa, e gli conficcano le spine.  Al saluto beffardo segue qualcosa di brutto! E allora, può esserci anche che qualcuno saluti un altro beffardamente, e al saluto segue una critica,  un rammarico, un rancore,  si tratta quindi di un saluto formale ma pregno di  ostilità. Quindi c’è un saluto come “verità” e  un saluto come “menzogna”. Il saluto rispecchia tale e quale la verità e la menzogna: possiamo nel saluto salutare e anche odiare, cioè possiamo nello stesso momento  dare il saluto a una persona e negargli la salute, facendo scaturire dal cuore tante invettive.

Non bisogna pensare che il saluto sia una relazione che si realizza in pochissime parole, sia un piccolissimo contatto, ma trasfonde sempre i sentimenti del cuore.

 

Nella lettera vedete con quanto amore, con quanta dedizione, San Paolo saluta i membri della comunità di Colossi , è un invito ad  impegnarsi di più, a migliorarsi.

“Quando entrate in una casa  - dice il Signore -  dite: pace a questa casa; se in quella casa ci sarà una persona di pace, la pace scenderà su quella persona, altrimenti ritornerà a voi”.  

Bisogna che noi impariamo a salutare. Entrando in una casa, nelle famiglie, voi direte come ha detto Gesù: - Pace a questa casa. E’  un saluto di benedizione, un saluto che deve innanzitutto entrare in casa tua. Devi dire  a te stesso/a pace a questa casa, cioè  nell'abitazione che siamo noi, nel tempio che è la nostra anima. Non ci può essere pace in quella casa là dove si dà ascolto piuttosto al nemico, dando spazio ai rancori, alle critiche o ad altri sentimenti negativi. Bisogna imparare a chiedere la pace nei nostri cuori, nelle nostre case.

http://www.242movietv.com/system/files/video/thumb/emvideo-youtube-XTViE6oKXWk.jpgIn  ciascuno di noi, come per Maria SS il saluto angelico deve diventare in qualche modo motivo di gioia. La gioia fondamentale è quella che deriva dal fatto che Dio è con noi, si è incarnato nella nostra umanità. L’Incarnazione è incentrata sulla persona di ciascuno di noi, ma è anche presente, sostanziale,  reale nell'Eucaristia. Dio è con noi tutti i giorni fino alla fine dei tempi nell'Eucaristia!

Con i semplici occhi biologici l’Eucarestia appare un pezzo di pane, ma con gli occhi della fede tu adori la persona dl Cristo.

D:\lulù NNT\immagini nv marzo\imagesCAPFNLNE.jpgQuando un non credente entrando in Chiesa e vedendo esposta l’Eucarestia, non potrà mai pensare che quella realtà, quel Pane che vede, è Dio! Gli è necessaria una spiegazione, una dichiarazione: l'Eucaristia non è una cosa magica. L'Eucaristia, anche solennemente esposta,  invia un saluto di pace, a cui deve seguire una  dichiarazione di fede da parte di chi L’adora.

 

La fede ci dice che sotto le apparenze del pane c’è Dio che si è fatto uomo, il Verbo che si è fatto carne, c'è Dio che va adorato.

Trovi  Dio nell'umanità e nell’Eucaristia.

L’Eucaristia ha di per sé l’ annuncio breve di Dio, che si è fatto uomo, che è presente, che vuole nascere nei nostri cuori, che vuole abitare dentro di noi.

Per capire questo c’è bisogno che preceda una attenta e curata evangelizzazione che apra gli occhi della nostra mente, le porte del nostro cuore, ecco perché per prendere l'Eucaristia bisogna sapere e pensare Chi  si va a ricevere, non certamente un pezzo di pane.

http://1.bp.blogspot.com/_mrnEQN3D-ps/TTFnl-WSfKI/AAAAAAAABOg/RyhUW_D0HSc/s1600/Eucaristia1.jpgIl saluto dell'Eucaristia è un saluto visivo, che dà un segnale ai nostri sensi: Dio è qua, presente!, ma che richiede un seguito. Dietro la  presenza eucaristica c’è un discorso che va realizzato, c'è bisogno di una “connessione”- diremmo oggi in termini di web - con la presenza eucaristica. Questa connessione è data dalla fede! Solo quando c'è questo continuum tra messaggio dell'Eucaristia e risposta di fede, il discorso va avanti. Qualcuno potrebbe dire come Maria SS.: “che vuol dire” questo saluto dell’Eucarestia,  questa Presenza, che vuol dire questa Eucaristia? Certo, c'è bisogno sempre di chiarificazione, di dichiarazione, perché diversamente, entrando in una chiesa dove c'è l'Eucaristia, il visitatore guarda magari le bellezze artistiche della chiesa e  passa davanti all'altare, sul quale c’ è l’Ostensorio perché è esposto il Santissimo Sacramento e Lo trascura, perché per lui non c'è niente di artistico,  e lo considera come  uno dei tanti oggetti che sono in chiesa.

 

Dio è presente in ogni chiesa, e nel tabernacolo dà, con questa sua Presenza, un imput, un inizio. Bisogna recepire questo saluto che parte dalla presenza. Il saluto annuncia una presenza, è una lettera già. L'Eucaristia di per sé, sotto  l'apparenza del Pane, è un invito all'inizio di un colloquio, che deve approfondirsi nel seguito.  All'apparire della bianca Ostia deve seguire l’incontro con l’Essere di quell’Ostia Bianca, ossia con il Corpo, il Sangue, l’ Anima, la Divinità di nostro Signore Gesù Cristo, che fatto Ostium, nemico di Dio per noi,  si è offerto sulla croce come peccatore, annoverato tra i malfattori, Lui , l’Innocente ,“che portava i nostri peccati”. All'apparire di questa candida Ostia deve seguire l'incontro con l'Essere di questo mirabile sacramento, cioè dobbiamo  raggiungere l'Essere, dobbiamo  rispondere al saluto che Dio ci fa con la sua presenza visiva. L'Ostia consacrata ed esposta è l’ invito ad un dialogo, ad una relazione, ad adorare, a dare una risposta di fede.

Entrare in cappella e salutare il Santissimo  è un mini contatto, però è sempre un contatto d'amore, di comunione. è preghiera.

Entrare in chiesa e fermarsi anche un solo attimo per “salutare Gesù eucaristia”  è un inviare una scia d'amore che va a ferire il Cuore di Dio, per riceverne grazie e benedizione da parte sua.  Non si può passare davanti alla cappella, davanti ad una chiesa, senza dare neanche un saluto a Gesù.  Ma tu  dici: - Che se ne fa Gesù di un saluto?  Ma io vi dico cosa ricevi tu da un saluto a Gesù: ravvivi la meditazione, la contemplazione, ravvivi  il colloquio, la preghiera,  ti riconfermi nel suo Amore, ritorni ai momenti clou della giornata, e quindi è un ritorno a chi si ama.

Quindi mi raccomando a non sottovalutare il saluto.  Il  saluto dev'essere un saluto gioioso, l'incontro dev'essere un incontro gioioso, la trasmissione “pace a voi, pace a questa casa” dev'essere una trasmissione di pace ma nella gioia, gioia perché Dio ci ama, Dio ci salva, Dio è con noi, anzi  è in noi, perché abbiamo fatto la comunione, Dio reca il lieto annuncio per mezzo mio/tuo, ai fratelli.

 

Anche Gesù  ci tiene al saluto, ne fa un arricchimento per la nostra vita spirituale: “se voi salutate solo quelli che vi salutano, che merito ne avete? Non fanno così anche i pagani?”Dobbiamo essere come il Padre Celeste che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi, sui giusti e sugli ingiusti. E’ importante, quindi che ci sia sempre disponibilità e accoglienza da parte nostra, soprattutto perché consacrati.C'è da fare un po' di esame di coscienza, anche sul saluto. Quanti agganci, quante proposte d'amore Dio ti ha fatto, e tu le hai calpestate!

 Quanti aspettavano da te qualcosa, anche un cenno, un saluto, e tu non glielo hai dato! Quante di quelle volte hai fatto la disconnessione con il saluto eucaristico perché sei passato davanti e non ti sei fermato! Non è un rimprovero il mio ma una esortazione a essere  pieni di vita anche nei confronti del Santissimo Sacramento, che grazie a Dio abbiamo tra noi! 

                                                                        

                                                                                             Padre Giuseppe