Meditiamo insieme 

 

 

 

 


Anch’io, o fratelli, quando sono venuto tra voi, non mi sono presentato ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso. Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepidazione; e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.

Tra i perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla; parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria.  Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Sta scritto infatti:

Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,

né mai entrarono in cuore di uomo,

queste ha preparato Dio per coloro che lo amano.

Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. L’uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito. L’uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno.

Chi infatti ha conosciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo dirigere?

Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo. (1 Cor 2,1-16)

 

  Lo Spirito di Sapienza ci educa a guardare il creato,  non in modo meccanicistico ma,  come dice San Paolo, in termini spirituali, ossia a guardare la realtà creaturale, come creazione, e non come sviluppo meccanico, come qualcosa che automaticamente produce ordine, bellezza, potenza e quant’altro. Lo Spirito di Sapienza ci spiega l’Uni-verso, cioè il verso unico che hanno tutte le cose, e quindi il punto di arrivo e di partenza di tutta la realtà. È in fondo la Sapienza che ha firmato l’occhio del bue, del cavallo, della formica, dell’uomo. E’ la Sapienza che pone la sua firma nelle eccezioni anche della natura: tutti i liquidi, quando si riscaldano, si dilatano: l’acqua, invece, si dilata, quando si raffredda!  Perché? C’è una ragione superiore: se l’acqua, raffreddandosi, si solidificasse e si restringesse anziché dilatarsi, tutte le creature resterebbero atrofizzate e morte nel gelo, tutto il globo sarebbe congelato.

 

L’acqua, raffreddandosi, solidificandosi, si dilata, diventa più leggera, galleggia,, forma una crosticina che mette al riparo tutti gli abitanti marini,  pesci piccoli e grandi, e la sopravvivenza è, per così dire, garantita. E’ ancora la Sapienza di Dio che  fa costruire alle api, con perfetta regolarità esagonale, le loro cellette.

C’è una visione della realtà, del regno minerale, vegetale e animale che è intelligibile, come dice il Santo Padre, Benedetto XVI, la nostra intelligenza ha la capacità di decodificare le cose dell’universo in termini matematici,  il mondo ha in sé una ragione matematica e quindi di precisione, perché la matematica non è un’opinione, è prodotto di ragione rigida, e di conseguenza, di un Ragionatore impeccabile!   L’intelligenza, illuminata dallo Spirito di Sapienza, vede, penetra le cose e le legge. Prima ancora della Rivelazione della Scrittura, c’è la rivelazione della creazione, la rivelazione della coscienza, che vede le cose non in una dimensione omnicomprensiva, che è prodotta dal sapere e dalla scienza umana, per cui l’uomo si pone al di sopra e al di fuori come creatore delle cose che va scoprendo, quindi mentendo a se stesso, ma in una dimensione che è retrospettiva, cioè in  una dimensione che guarda prima che l’uomo fosse, per cui il giudizio sulle cose è un giudizio umile su una realtà che egli ha trovato, che dunque gli è data in dono, così come la vita stessa gli è data in dono. La Sapienza parte e deve partire dal fatto che  siamo delle creature e siamo nelle mani del Creatore; siamo fatti, non ci facciamo; siamo polvere, e non déi,  non poniamoci al centro dell’universo come se tutto ruotasse intorno a noi. Qual è la malattia del mondo di oggi? E’ quella, sottolinea  anche il Santo Padre, di non vedere più nella realtà l’Uniformità, cioè Chi ha dato forma a tutte le cose, una forma che, pur differenziandosi nel molteplice, è unica nell’essenza. Lo stesso universo, che l’uomo  ha scoperto come grande big bang iniziale, deve essere riconosciuto come momento esplosivo della Potenza divina.

 

http://t3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRFdHaKPFaj7lkK9mN0eOQ8-SuV44xINc6cJBgNbb-84_2kni6OswSe togliamo questa visione soprannaturale della realtà il rapporto tra l’uomo che intende e la creazione diventa un rapporto cosificante, cioè da cosa nasce cosa, e anche  l’uomo stesso è un prodotto di questa realtà materiale, e non creato dalla Sapienza.  Avendo perso la visione veritiera e oggettiva  della realtà, l’uomo smarrisce la sua origine, il perché della sua esistenza e considera la sua vita  come un ciclo biologico, e quindi di nascita, riproduzione e morte, nel quale, se è possibile, cercare di godere di tutti i passaggi del tempo. Questo è causa di grande depressione, di avvilimento, di disperazione che penetra pian piano nel profondo, nelle viscere dell’umanità che non è capace più di distinguere il bene dal male, non avendo più la possibilità di un punto di riferimento che riguarda l’eternità,  il Creatore. L’uomo diventa egli stesso arbitro del bene e del male, non conoscendo più la  verità oggettiva delle cose  con cui confrontarsi per le scelte, decide da sé cosa deve fare.  E in questa libertà l’uomo trova spazio per compiere gli atti più aberranti che ci possano essere contro la stessa umanità. Lo spazio di libertà concesso per conoscere, amare e servire diventa

uno spazio per distruggere, odiare, mercificare e cosificare tutta la realtà compresa la realtà umana. Siamo ad un punto cruciale, per cui urge intraprendere un’azione educatrice e rinnovatrice di Nuova Evangelizzazione perché l’uomo ritrovi le sue Origini. 

Ben vengano le scienze umane ma devono essere illuminate dallo Spirito di Sapienza che ci fa scoprire l’unica Firma della creazione, l’Uniformità nella molteplicità del Creato.  

Come entrare allora in questa uniformità sapienziale in cui è possibile vedere in ogni cosa l’opera di Dio?

 

http://t3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcS4S0Oym_v6TEwSC0JZopvfwZ75E-wbpRXTADLXrzopKUwh8Er_HQC’è una Sapienza a cui dobbiamo far riferimento, che non è la sapienza umana,  è la porta d’ingresso, il portale, l’accesso, a  comprendere  tutta la realtà nella sua molteplicità, Sapienza che ci viene donata dallo stesso Signore di tutte le cose. Il dolore per esempio è uno di quegli interrogativi che opprime l’uomo e non trova spiegazione, ragion per cui tutta la sapienza umana di fronte al dolore e alla sofferenza si ferma, viene meno, crolla. Corriamo verso dove, verso chi, verso che cosa? Il linguaggio di umana sapienza non ha mai prodotto una vittoria sulla morte, sul dolore, sulla sofferenza. Anche lo stesso meccanicismo ti dà una spinta verso il basso, ti proietta  verso la terra, la molecola, l’atomo,  l’infinitesimale,  il nulla, non verso l’eternità. E anche quando si parla di macrocosmo, sempre  ci si riferisce ad un’azione che l’uomo proietta su questa realtà, con la sua scienza. Solo la Sapienza uniforme che abbraccia tutto l’universo e dà forma a tutte le cose - “guardate i gigli del campo, guardate gli uccelli dell’aria” – dà una risposta esauriente a tutti i nostri perché.  Per entrare in questa Sapienza uniforme, in questo Uni-verso, c’è una porta che Dio ci ha dato, e questa porta è Cristo Gesù, il Cuore di Cristo Crocifisso. L’uomo d’oggi abbia il coraggio di entrare per questa Porta,  come ha sperimentato S. Agostino: fintanto che non entrai nella Porta, che è l’umanità di Cristo Gesù, non compresi! Dobbiamo imparare a predicare anche con il linguaggio della nostra sofferenza, del nostro sacrificio personale, dobbiamo esporre al mondo la vera sapienza che è Cristo Gesù Crocifisso.

Questa è la porta della sapienza, questa è la porta che ci fa penetrare non solo nell’intimità dell’umanità, ma nell’intimità stessa di Dio. E allora per entrare e gustare la sapienza universale, dobbiamo entrare nel Cuore di Cristo. Possiamo farlo non da soli ma accompagnati proprio dallo Spirito che Dio dona, concede a chi glielo chiede: - “Se voi che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il vostro Padre Celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono?”. E allora nello Spirito vedremo l’uniformità, l’unità nella diversità, nella differenza dei gradi, nella molteplicità. Comprenderemo in qualche modo la ragion stessa di Dio di essere Trino e Unico, tre Persone che sono un’unica Sostanza, un’unica Realtà. Comprenderemo come anche il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono uniformemente legati all’unità, sono un’unica realtà pur nella molteplicità delle Persone, alla quale deve fare riferimento in modo particolare la famiglia umana nell’amore e nella pace.

                                                                                      Padre Giuseppe