Meditiamo
    insieme

Il Natale è la riscoperta della presenza di Gesù tra noi.

Il Natale non è un ricordo di un fatto che è successo tanto tempo fa, è un evento: è Gesù Eucarestia, Gesù in mezzo a noi.

Abbiamo bisogno di riscoprire nel Natale questa presenza del Signore per “intercessione” della Vergine Maria, senza di Lei l’Incarnazione non sarebbe stata possibile. Dio ha avuto piena fiducia in Maria, opera delle Sue mani, che in piena libertà, ha dato il suo consenso al piano salvifico di Dio. Il suo sì è un sì senza “ma” o “però”, è un “sì”assoluto così come assoluta è la chiamata di Dio. Non si può parlare dell’Incarnazione dell’incontro con Cristo senza di Lei!

Il Natale riguarda certamente il Verbo che si fa carne, ma riguarda anche Colei che “dà” la carne, la nostra umanità, alla persona del Verbo. L’Incarnazione è generazione divina e umana. Dio si è fatto carne e per far questo ha interpellato Maria SS., non l’ha obbligata ad essere madre ma rispettoso del libero arbitrio, ha chiesto il suo consenso.

 

                                                  Il Signore, non viene mai a violentare la volontà,  anzi è costretto proprio in virtù del dono della libertà a vedere la Sua creatura rivoltarglisi contro, insultarlo, bestemmiarlo. Quando qualcuno dice: “la vita è mia e ne faccio quel che voglio io”, in fondo non fa che utilizzare negativamente quella libertà che Dio ci ha donato perché ci lasciassimo coinvolgere personalmente dal suo Amore: se vuoi, Mi amerai; se vuoi, Mi seguirai; se vuoi, conoscerai mio Figlio; se vuoi, conoscerai il mio Santo Spirito; se vuoi, conoscerai l’Amore del Padre; se vuoi, potrai fare dono della tua vita”. C’è una potestà di Dio sugli uomini che riguarda i singoli, i popoli, le nazioni,  che pur rientrando in un disegno più ampio, quello della Provvidenza di Dio, nonostante la libertà degli uomini, procede non solo parallelamente ma addirittura entra nella storia dell’uomo per coinvolgerla dal di dentro anche attraverso cose negative per spingere nella nostra libertà l’adesione al Suo amore.

La generazione divina chiede umilmente alla libertà di una Donna, di diventare anche generazione umana, di poter entrare nella storia come un Figlio d’uomo e come il seme divino che deve fecondare il grembo dell’umanità. Allora Maria SS. va considerata come il grembo stesso dell’umanità, il punto più sensibile, più vitale, di tutta l’umanità: entra nel grembo di Maria SS., entra nel grembo stesso di tutta l’umanità. Maria SS. rappresenta la Madre dell’umanità, è il cuore di tutta l’umanità. E il Verbo entra per ciò stesso, nel cuore, nel grembo di tutta l’umanità.

Il Natale di nostro Signore è un fatto che riguarda il Padre, perché ha questo Figlio da tutta l’eternità, ma possiamo dire che riguarda anche Maria SS perché in Lei trova non solamente la corrispondenza a quello che è il piano generazionale, ma anche in quello che è il piano della soteriologia, cioè della salvezza. La corrispondenza di Maria SS. non è una corrispondenza solamente per la vita del Figlio, ma è una corrispondenza anche del dono del Figlio per tutti noi. L’Eucarestia è dunque il frutto di tutto questo, è l’apice del percorso di tutta l’Umanità e della Divinità del Verbo che raggiunge il suo vertice nel dono di Sé: l’Eucarestia, punto di arrivo di tutto quanto il cammino di Dio. Quindi nell’Eucarestia svela davanti ai nostri occhi la presenza salutare e salvifica di Colui che è stato non solo generato dal Padre, ma anche da una Madre: ”generato, non creato, della stessa sostanza del Padre”e potremo dire e della madre, e “nato da una Vergine”, così come Isaia aveva preannunziato., nato dal Padre prima di tutti i secoli, nato dalla Madre 2000 anni fa:la MADRE DI DIO.

Questo Natale riflettiamo quindi sulla nascita di Gesù come Figlio dell’uomo e Figlio di Dio.

Noi non sappiamo nemmeno che cosa è Dio, diciamo “purissimo Spirito”, ma non abbiamo detto niente.  Una teologia catafatica, che non può esprimere pienamente che cosa Dio è: possiamo parlare di Lui per confronto con quella che è la nostra realtà, possiamo parlare di Dio attraverso i suoi effetti, la creazione, ma sopratutto la Sua vita, la Sua storia, cosa Dio sia in Sé lo sappiamo per rivelazione di Gesù è Padre- amore. Solamente quando, grazie al dono della visione beatifica di cui parla san Tommaso, Lo contempleremo, come dice Giovanni, così come Egli è. Non avremo una comprensione totale e piena di tutta la Divinità, ma una comprensione di partecipazione: saremo lampade unite al grande fuoco d’Amore di Dio, saremo gocce nell’infinito oceano di Dio, ma senza confusione. Dobbiamo esprimere allora in termini umani il mistero che è al di sopra e al di là di tutte le cose; la conoscenza, il “print” interiore dell’infinito, dell’eternità ce lo portiamo dentro perché noi stessi, siamo partecipi dell’infinito. Non solo abbiamo la cognizione dell’infinito, ma siamo noi stessi infinito,   abbiamo un’origine, certamente, ma siamo infinito.  Una volta creati, l’anima nostra è un’anima che è infinita e risente di questa realtà infinita di cui facciamo parte e di cui noi stessi siamo l’espressione. Siamo un infinito metafisico che va al di là della nostra “fusis”, della nostra natura umana. In questo infinito spazia il pensiero, l’anima, il desiderio, la volontà, il raggiungimento di cose che non finiscono mai e conoscenze di realtà che vanno ben al di là della nostra limitata umanità. Con lo spirito ci poniamo, come diceva Paolo VI, al centro stesso dell’universo: noi con il nostro spirito possiamo spaziare in tutto l’universo, addirittura porre l’universo dentro di noi, abbiamo questa sorprendente capacità di eternità, non solo nel desiderio e nelle voglie, ma soprattutto nel fatto stesso che noi siamo in realtà figli nell’eterno Figlio Dio: siamone degni!

                                                                                                                      Padre Giuseppe