MEDITIAMO

Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo.

 1Gv 1, 3-4

 

"Vi annunciamo queste cose perché anche voi siate in comunione con noi..." La comunione passa attraverso l'annuncio. Maria Santissima accoglie l'annuncio ed entra in comunione con il Verbo. L'Incarnazione è, quindi, un fatto di accoglienza e accettazione dell'annuncio.

 

Gli uomini del nostro tempo possono entrare in comunione con Gesù per la stessa strada tracciata e consegnataci da S. Giovanni, vale a dire quella dell'annuncio. Nell'annuncio c'è un messaggio, lo stesso dell'Angelo ai pastori: “Non temete: ecco vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo Signore". Questo annuncio ha in sé una buona novella, accogliendola entriamo in comunione con il Signore. La comunione con il Signore dipende, quindi, dalla nostra risposta alla proposta che Dio fa all'umanità. Qual è la proposta? E' quella di realizzare la promessa di salvezza nonostante la caduta. Quindi la Sua è una proposta di salvezza. La salvezza, secondo l' imperscrutabile provvidenza di Dio, giunge nella pienezza in un momento particolare della storia a partire dal quale si manifesta  il  piano salvifico del Signore: "veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo" (Gv1,9). Il piano di salvezza era operativo fin dal momento in cui il genere umano decadde con il peccato, Dio infatti entrava in comunione con tutti quelli che gli erano fedeli (Abele il giusto, Noè, Abramo, nostro padre, Melchisedek, Lot, Geremia, Isaia, Samuele, etc). Una legge morale naturale, iscritta nel cuore dell'uomo, ha accompagnato sempre il cammino dell'umanità, poi c'è stata anche una legge esterna, quella mosaica, il Decalogo, fino ad arrivare alla nuova legge, quella dell'amore, insegnataci da Gesù. Con il Nuovo Testamento la proposta di salvezza di Dio all'umanità è ormai concentrata nel Figlio Suo: accettare il disegno di salvezza di Dio significa accettare il Figlio Suo, Gesù Cristo, "via, verità e vita", significa anche accettare la verità piena sull'uomo, perché Gesù ha in Sé tutte le verità che l'uomo va cercando. Accettando e accogliendo la verità, che  è Gesù Cristo, e vivendo in comunione con Lui, l'uomo diventa sapiente, non secondo la carne ma secondo la spirito, nello spirito di Dio, nel quale sono racchiusi tutti i tesori di sapienza e di scienza. Non è esclusa la sapienza del mondo ma è relativizzata rispetto quella di Dio. Questa verità viene riproposta a Natale. Ogni Natale è un riproporre il messaggio evangelico, a partire dall'Annunciazione per finire all'Eucarestia, principio e fine, partenza e arrivo di tutto quanto il cammino cristiano.

 

La comunione con Dio passa attraverso l'annuncio, e l'annuncio passa attraverso  il messaggero: l'Angelo del Signore portò l'annuncio a Maria.  All' annuncio dell'Angelo Maria Santissima dà la sua risposta, dice il suo sì. Non c'è apparentemente nulla di straordinario in Lei: accoglie l'annuncio e accetta umilmente la Volontà di Dio, ma si compie in Lei il meraviglioso e straordinario evento dell'Incarnazione del Verbo: la nascita di Gesù.

A noi viene fatta la stessa proposta: non c'è un evento straordinario, non è un Angelo, ma la Chiesa con i suoi inviati, in continuità e in comunione con il Pontefice, annuncia l'identico messaggio di 2000 anni fa, basandosi sulla Parola di Dio e sulla testimonianza e tradizione degli Apostoli.

 A Natale si chiede all'umanità di accettare ancora una volta il cammino di Gesù, la sua sequela, a partire dall'Incarnazione fino alla Resurrezione. L'incontro con l'annuncio e con il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo, non è un incontro con una parola scritta da uomini, ma con la Parola di Dio, una Parola che ha in sé  caratteristiche spirituali che sanno di eternità, che si adatta non ai tempi e alle situazioni ma sa parlare all'uomo di ogni tempo, entra in sintonia con le caratteristiche più profonde e vere dell'uomo. Le vie del Vangelo, infatti, sono le vie dell' uomo e, come dice il Concilio Vaticano II, nessuno conosce l'uomo più di Dio che l'ha creato.

Natale oggi propone a te l'identico Vangelo di 2000 anni fa, ossia ti propone di vivere nella verità, in sintonia con i Comandamenti, che trovano corrispondenza nella legge morale naturale inscritta nel tuo cuore.

 

Ti propone di recepire lo spirito di Cristo, lo spirito del Vangelo per fare di te un alter Cristus. Questo avviene innanzi tutto con la rinascita battesimale, per acqua e Spirito Santo, che ti dona la fede. Il dono della fede è quella luce, quell' occhio particolare che ti permette di poter recepire dentro di te non solo le cose visibili, ma anche quelle invisibili, di captare il senso e il significato dell'esistere, è una luce superiore a quella naturale: è la luce del vero, del giusto, del buono. L'uomo con la sola ragione può percepire il mistero di Dio, avendo in sé delle "antenne spirituali" che cercano di captare  il senso e il significato dell'esistere; non potendolo scorgere, cerca di proiettare quel Dio nascosto nelle potenze terrene, nelle filosofie, in idoli vari, ma quando la luce evangelica penetra e illumina questa capacità naturale di percepire con l'intelligenza il mistero di Dio, allora l'uomo entra in comunione con il suo Dio. E' necessaria però una apertura mentale, una ricerca sincera della verità: il bene e il buono sono diffusivi di per sé, la verità non può essere nascosta, il Dio della gloria non può essere sigillato, ama l'apertura! Nell'accoglienza dell'annuncio, della testimonianza degli apostoli, si realizza la comunione. Il Natale è l'accoglienza di questo annuncio, fatta con spirito umile e semplice, di bambini. La disposizione richiesta è quella di essere veritieri, in primis con se stessi, lo start di partenza è riconoscere il proprio stato creaturale, il proprio stato di peccatore: se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di Lui un bugiardo e la Sua Parola non è in noi (1Gv 1,8.10). Ci vuole una bella umiltà! Quindi non si dà Natale senza una profonda revisione di vita, un'umile confessione di quello che si è, un riconoscimento della nostra impotenza nel salvarci da noi stessi, con le nostre sole forze: nel cuore dell'empio parla il peccato, davanti ai suoi occhi non c'è timor di Dio. Poiché egli si illude con se stesso nel ricercare la sua colpa e detestarla (Sal. 36,2-3).

 

Il peccato va confessato! Partendo da questa umiltà e guardando in faccia quello che siamo, povere creature bisognose di aiuto, camminiamo sul sentiero della vita e, quando ci verrà proposto il Salvatore e Lo accoglieremo dal profondo del nostro nulla, saremo condotti verso l'Eternità. La Verità ha illuminato l'esterno e l'interno della nostra esistenza. Sentiremo una certa risonanza con quello che abbiamo dentro, come dice Baglioni "la strada farà battere il tuo cuore", ci sentiremo portati a seguirla, riconoscendola come vera. Naturalmente  a quel punto interviene la Grazia, dono di Dio, che ci propone la rinascita attraverso le acque battesimali come per l'eunuco, che dopo l'annuncio della buona novella di Gesù da parte di Filippo, chiede il battesimo.

" Che cosa mi manca adesso?"  Hai riconosciuto che sei bisognoso di salvezza, che la strada proposta dalla Buona Novella è vera, è luce di verità nella tua vita, accetta, allora, la volontà di Colui che ti vuole salvare! Potrai così, avendone le capacità spirituali, sentire, toccare, contemplare ciò che gli altri hanno toccato, visto, contemplato: il Verbo della vita. Ti accorgi che è una comunione vera, reale, è con il Padre e con il Figlio e  non è esente da atti comunicativi, perchè Gesù dice: io e il Padre verremo in lui e abiteremo in lui. Avrai anche la percezione reale, vera, concreta che qualcosa è successo dentro di te: è la comunione con il Padre, con il Figlio suo, Gesù Cristo, con lo Spirito di Comunione, lo Spirito Santo. Questa comunione sfocia nell'Eternità!

E uno che ha scoperto queste cose potrà mai tenere la bocca chiusa, potrà mai tenere dentro di sé questo lieto annuncio? No certamente! Cercherà sempre e comunque di trasmettere questo annuncio, questa gioia -  comunione agli altri, affinché anche gli altri siano in comunione con Lui. Così come ha fatto Giovanni: in comunione con noi, con gli Apostoli, col Padre e con il Figlio, con la Chiesa, ed ecco perché anche noi parliamo per sovrabbondanza del cuore e come angeli siamo inviati ad annunciare il Vangelo nelle famiglie. Tutto parte dalla profonda verità di riconoscere la nostra infinita debolezza, pochezza, il nostro peccato, il nostro essere deboli, fragili creature, che gridano al Signore e Salvatore: "Salvami, Gesù!"

 

La comunione con il Signore si esplica anche per noi, come per Maria Santissima e gli Apostoli, con la Sua Carne: non solo riceviamo lo Spirito, le Parole del Signore, ma la nostra comunione si fa piena, perché riceviamo anche la Sua Carne e il Suo Sangue con l' Eucarestia. Ci manca la visione del volto di Cristo?  Badate bene, lo stesso Paolo dice di non conoscere più il Cristo secondo la carne. "Qualunque cosa farete al più piccolo di questi miei fratelli, l'avete fatto a Me": il Volto del Figlio dell'uomo, così come Egli amava farsi chiamare, è il volto di ciascuno di noi. Non ci manca nulla! Egli ci ha lasciato tutto di Sé: in ogni uomo troviamo il Suo Volto, nella predicazione troviamo il suo Vangelo, il Suo Spirito, nella Chiesa troviamo la sua famiglia: mio padre, mia madre chi è? Chi fa la volontà del Padre mio che è nei Cieli; e nell' Eucarestia, come per Maria Santissima, Gesù viene dentro di noi, diventa nostro nutrimento. Per la nuova evangelizzazione a Natale ogni credente, che vuole veramente ravvivare in sé i doni battesimali, di sacerdote, re e profeta,  deve fare una buona e sincera confessione, la  Santa comunione, accettando lo spirito evangelico dell'annuncio. Così soltanto saremo in grado di fare anche Comunione con il corpo mistico di Cristo ossia con tutti i fratelli.

 

 Arriveremo così tutti "all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo" ( Ef. 4,13). Tutto questo non facendo agio sulle proprie forze ma sulla potenza che viene dal Cielo. Concludo facendo mia la preghiera di San Paolo:” io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra  prende nome, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nelluomo interiore. Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia lampiezza, la lunghezza, laltezza e la profondità, e conoscere lamore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.”                                      

 Buon
Natale                                                                                    Padre Giuseppe