Santa Laura Vicuna nacque a Santiago del Cile nel 1891. Rimase orfana di padre all’età di due anni. La famiglia si ritrovò repentinamente in una triste situazione di precarietà a seguito della morte del padre avvenuta nel 1893. Alcuni mesi dopo, l’anno successivo, nacque una seconda bambina, Giulia Amanda. La madre si ritrovò così sola con due figlie a dover vincere la fame e la disperazione.
Nel 1899 il residuo nucleo familiare si trasferì nella vicina regione argentina del Neuquén. La madre poté così trovare lavoro nella tenuta agricola di Manuel Mora. In seguito a pressioni subite dal datore di lavoro, ne divenne la compagna.

 

Ciò conseguentemente influì purtroppo negativamente sull’educazione delle due bambine. Laura, seppur ancora piccola, si rese conto della precarietà e dell’irregolarità dal punto di vista religiosa della mamma, che in tal modo non poteva essere ammessa ai sacramenti.

Nonostante tutto la mamma non trascurò, nei limiti del possibile, di educarle anche religiosamente, e le affidò ad un piccolo collegio missionario, tenute dalle figlie di Maria Ausiliatrice, situato a Junin de los Andes, ai confini del Cile, patria natia di Laura. Nel nuovo ambiente Laura si trovò subito a suo agio e si rese conto ancora di più della situazione di peccato della madre rispetto alla legge divina. Il 2 giugno 1901 Laura ricevette la prima comunione, ma in tal giorno le sue sofferenze interiori divennero più profonde nel vedere la mamma non accostarsi ai sacramenti. Il giorno della prima Comunione scrisse alcuni propositi, molto simili a quelli del santo allievo di don Bosco, Domenico Savio: “O mio Dio, voglio amarti e servirti per tutta la vita; perciò ti dono la mia anima, il mio cuore, tutto il mio essere. Voglio morire piuttosto che offenderti col peccato; perciò intendo mortificarmi in tutto ciò che mi allontanerebbe da te. Propongo di fare quanto so e posso perché tu sia conosciuto e amato, e per riparare le offese che ricevi ogni giorno dagli uomini, specialmente dalle persone della mia famiglia. Mio Dio, dammi una vita di amore, di mortificazione, di sacrificio”.
Con questi propositi Laura si abbandonò totalmente al Signore pur di ottenere la conversione di sua madre e le Figlie di Maria Ausiliatrice non tardarono a comprendere di trovarsi dinnanzi ad una bambina eccezionale.
Nel secondo anno di permanenza al collegio, la direttrice mandò le sorelle Vicuna in vacanza dalla madre ma Laura restò negativamente scossa dall’impatto con il suo convivente. Era sofferente fin nel più profondo della sua intimità, ma ciò non traspariva se non nei momenti di maggiore amarezza. Una di queste occasioni fu per esempio la mancata partecipazione della mamma alla missione popolare che fu predicata a Junin de los Andes.

 L’anno successivo le due sorelle raggiunsero nuovamente la mamma a Quilquihué nel periodo delle vacanze. Mora mostrò un eccessivo interesse nei confronti di Laura, la quale se ne accorse prontamente e si cinse come di una corazza di ferro per combatterne i malvagi propositi. Questi reagì crudelmente e si vendicò rifiutandosi di pagare la retta del collegio. Mossa da pietà e comprensione la direttrice accolse ugualmente le due bambine. Il 29 marzo  1902 le due sorelle ricevettero la cresima, ma ugualmente la madre non si accostò ai sacramenti. In tale occasione Laura fece richiesta di poter essere ammessa tra le postulanti delle figlie di Maria Ausiliatrice, ma a causa della situazione familiare ottenne una risposta negativa. La piccola dovette rassegnarsi, senza però desistere dal suo intento, infatti, il mese successivo Laura emise privatamente i voti di povertà, castità ed obbedienza, consacrandosi a Gesù ed offrendogli la propria vita. Alla fine dell’anno Laura incominciò ad ammalarsi, giorno dopo giorno, tentò un cambiamento climatico, tornando dalla madre, ma ciò non si rivelò salutare. Allora tornò a Junin dove si trasferì anche la madre, alloggiando però privatamente. Non passò molto tempo che in quell’abitazione giunse in visita il Mora, con il proposito di trascorrere la notte nella medesima abitazione. Ma Laura, scandalizzata, reagì dicendo che se lui fosse rimasto, lei sarebbe tornata dalle suore, e così dovette fare seppur stravolta dal male. Mora la inseguì e, raggiuntala, la percosse violentemente lasciandola traumatizzata. Giunta poi in collegio si confessò dal suo direttore spirituale, rinnovando l’offerta della propria vita per la conversione della madre.

 Il 22 gennaio ricevette il viatico e quella sera fece chiamare la madre per trasmetterle il suo grande sogno: “Mamma io muoio! Io stessa l’ho chiesto a Gesù.

 

Sono quasi due anni che gli ho offerto la vita per te, per ottenere la grazia del tuo ritorno alla fede. Mamma, prima della morte non avrò la gioia di vederti pentita?”. Questa le promise allora di cambiare completamente vita. Laura poté allora spirare serenamente dopo aver pronunciato queste ultime gioiose parole: “Grazie, Gesù! Grazie, Maria! Ora muoio contenta!” In occasione del funerale la mamma tornò ad accostarsi ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucarestia. Questa bambina ci fa riflettere sulle condizioni delle nostre famiglie e su come è difficile far capire ad un fratello, lontano da Gesù, l’importanza dei sacramenti, della conversione.

Oggi i giovani sono molto lontani da Dio, amano convivere piuttosto che sposarsi, non c’è timore di Dio. Quanti cattivi esempi con il divorzio, la convivenza, l’adulterio, diamo ai piccoli e li conduciamo lontano dalla fede Quanti bambini subiscono l’inquinamento spirituale nella propria casa: un genitore non dovrebbe pensare egoisticamente a se stesso e alla propria felicità, ma alla felicità e al benessere spirituale dei propri figli.

 

Abbiamo bisogno di testimoni autentici della fede per costruire famiglie sante. Non doniamo ai figli una casa bella, il cellulare più moderno o tanti giocattoli, ma l’amore che è donazione e non passa mai di moda. Amare è sacrificare la propria vita per gli altri e per Dio. Quanta influenza negativa riceve un bambino dalla famiglia che segue vie non buone, la piccola Laura non potette essere ammessa ufficialmente come postulante delle Figlie di Maria Ausiliatrice a causa della condotta della madre, considerata dalla Chiesa Cattolica in condizioni di peccato. Quante persone sentono nel cuore la chiamata di Gesù, ma sono bloccate da situazioni complesse familiari e, non avendo coraggio né una guida spirituale, si lasciano condizionare dalla una mentalità corrente lontana dal Vangelo, procurandosi sofferenze interiori terribili.

Dio è amore e chi non ama Dio non ama neanche le sue creature. Siate forti e prendete coraggio dalle parole scritte nel Vangelo, che supera ogni discorso umano, e ricordatevi ovunque e sempre a Dio nulla è impossibile.                                                                                     

 

                                                                                         Laura Mazzeo