"La monaca santa"

 

Nel mese di novembre è venuto a farci visita il gruppo di preghiera “Suor Elena Aiello” di Cosenza guidati dal capo-gruppo, il sig. Luigi Morelli.

La presenza del gruppo ci ha stimolato ad approfondire la vita della venerabile Suor Elena Aiello, che, ispirandosi a S.Francesco di Paola, ha fondato le «Terziarie Minime della Passione». Nella biblioteca della nostra comunità avevamo già un libro su suor Elena, l’abbiamo subito preso per leggerlo comunitariamente.

Voglio proporre alla vostra curiosità alcuni tratti salienti della vita di questa “monaca santa”, così come soleva chiamarla il popolo di calabrese.

Buona lettura!

 Suor Elena nasce il 10 aprile 1895 a Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza; grande benefattrice, creatrice di opere assistenziali, ebbe numerosi doni mistici dal Signore, alcuni di questi furono il "sudore di sangue", le stigmate e il carisma della profezia. Fu destinataria di più guarigioni miracolose per intercessione di Santa Rita, che la liberò da un tumore maligno allo stomaco e da una piaga verminosa. Numerose furono le apparizioni e i segni di compiacenza da parte di Santa Teresina di Lisieux, che l’accompagnò nel cammino di fondazione. Padre Bonaventura da Pavullo, per diverso tempo Assistente Pontificio dell'Istituto, avendo avuto modo di conoscere bene Suor Elena, parlava di lei come di una donna di poca istruzione che aveva però un’intelligenza aperta e una forte volontà. Nutriva profonda devozione per la SS. Eucaristia, per la Passione di Gesù e per la Vergine SS. Addolorata. La corona del S. Rosario l'aveva costantemente avvolta al polso e la sgranava in tutti i momenti liberi. Amava trattare con il Signore con grande confidenza, pieno abbandono e naturalezza infantile. Sentiva la sua piccolezza e nullità, ma non per questo era pusillanime; perché la sua era un’umiltà autentica. Non poteva sopportare il raggiro e la doppiezza che smascherava e condannava apertamente e sdegnosamente. Si ribellava contro l'ingiustizia e la denunciava, da qualsiasi parte veniva, soprattutto se perpetrata ai danni dei poveri, dei deboli e degli indifesi. Più volte urlò in faccia agli sfruttatori tutto il suo sdegno e la minaccia dei severi castighi di Dio. Per questa sua franca e coraggiosa linearità, incontrò incomprensioni, umiliazioni e anche danno materiale.

Ritorniamo a ripercorrere gli avvenimenti mistici e soprannaturali vissuti dalla venerabile. Siamo al 2 marzo 1923, primo venerdí del mese, verso le ore 15, Elena era a letto molto sofferente per la piaga cancre­nosa alla spalla sinistra, leggeva il nono venerdí in onore di S. Francesco di Paola, le apparve il Signore vestito di bianco, con la corona di spine; all'invito se volesse partecipare alle sue sofferen­ze, ella rispondeva affermativamente, Madre Elenaallora il Signore togliendosi dal Suo capo la corona la poneva sul capo di lei. Elena inizia a sanguinare progressivamente, al capo, alle mani, al costato, ai piedi. Ed i piedi in particolare presentano una singolarità spettacolare: da una relazione medica si legge che essi risultano «forati da parte a parte, come si è verificato spingendo uno stecco di legno attraverso tutte e due le piante, come se veri chiodi le avessero traforate». Il sanguinamento delle stigmate, era così copioso da inzuppare la biancheria in cui ella era avvolta Talvolta, come affermato da alcuni testimoni, nel corso del suo rivivere il martirio di Gesù, si presentava anche il fenomeno della «levitazione» del suo corpo dal lettino. Il dottor Caracciolo, un medico «non di chiesa», dopo averla esaminata, esclamerà: «Per me v'è qualcosa di sovrannaturale!» e il dottor Molezzi, attesterà che «tutto quello che si verifica in suor Elena Aiello avviene sotto l'influsso di una forza sovrannaturale che pertanto sfugge ad ogni controllo scientifico...».

La Madre sudava sangue il venerdì santo, perché gli altri venerdì di quaresima aveva chiesto a Gesù di soffrire di notte per evitare che si facessero chiacchiere inutili sul mistero che lei portava nella sua carne. Era molto contraria al fatto di manifestare pubblicamente quello che le accadeva, faceva di tutto per sottrarsi alla curiosità della gente e agli sguardi indiscreti. Madre Elena, mediante le stimmate ha partecipato alle sofferenze di Cristo per ben 38 anni. Ella si era votata volontariamente alla sofferenza per diventare vittima per i peccati degli uomini e per ottenere la pace.  A quanti l’avvicinavano ella ripeteva spesso: "Non c'è amore senza sofferenza, come non c'è sacrificio vero senza carità". Un altro fenomeno soprannaturale si articolò intorno a Suor Elena. Leggiamo a tal proposito una relazione « sul fenomeno del sudore sanguigno e sul profilo del volto di Gesú », apparso su un pannello di masonite nella stan­za di Suor Elena, scritta il 25 marzo 1957 da Padre Francesco Mazza su richiesta di Sua Ecc. L'Arcivescovo Mons. Calcara.

« Da parecchi anni tra il letto di questa e la parete, [...]erano stati posti alcuni riquadri di maso­nite, per proteggere in qualche modo la degente, dal freddo [...] Il 29 settembre del 1955, festa di S. Michele Arcangelo, [...]verso la mezzanotte, mentre Suor Luisa Per­na, che l'assisteva, le dava alcune gocce di canfora, balenò una luce sull'angolo sinistro e infe­riore del suddetto pannello, attirando la mera­vigliata attenzione delle due Suore.

Ed esse videro del sangue scorrere dalle an­tiche disseccate gocce del pannello. Suor Elena accostò le sue dita al legno e le ritrasse rosse di sangue. Al mattino riscontrò bagnata di sangue la bianca sopracoperta aderente al tramezzo.

Ebbe cosí inizio questo fenomeno, assoluta­mente inspiegabile. Si accostarono batuffoli di cotone e fazzoletti e furono ritirati bagnati di sangue, in forme determinate: di croce, di corona, di cuore. I lineamenti di un volto, nitidi e precisi, iniziarono a delinearsi sul pannello. Il sangue scorreva in particolare dagli occhi dell’effigie che richiamava l’immagine di Gesú nella sua Passione, effigie che vi rimarrà sempre, e vi si può tuttora osservare.

Tutti questi fenomeni straordinari e la fama di santità della “monaca santa” attireranno su Elena l'attenzione di tanta gente, da regioni anche lontanissime. Persino il Prefetto Guido Palmardita parlò di Suor Elena a Benito Mussolini, che se ne interessò vivamente e mandò anche un sensibile aiuto alla Casa di Cosenza.

Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale Suor Elena fece pervenire al Duce una lettera su indicazione di N.S. Gesù che fu pubblicata il 19 marzo 1956 dal «Giornale d'Italia».

Suor Elena trascorse la sua esistenza terrena come martire: non vi fu fibra del suo organismo che non fosse tor­mentata. Incapace a cibarsi, immobilizzata so­pra una sedia o nel letto, e negli ultimi anni con­sumata dalla febbre. Grande e dolorosa effusione di sangue, finché le sue forze vennero meno e venne l'ora della partenza. Per circa venti anni ella ha pregato ed ala­cremente operato quasi sempre dal suo letto, in una piccola stanza, priva di sole. La sofferenza era per lei la normalità. Eppure accoglieva e ria­nimava col suo sorriso, col suo sguardo limpido e penetrante, i bisognosi che continuamente ri­correvano a lei; e non rifiutava mai di prendere su di sé i loro dolori, le loro ansie, le loro tri­bolazioni. Soffriva e pregava per quanti, soffe­renti, si rivolgevano a lei.

« Pregava ancora per chi non pregava, soffriva in riparazione del mal costume. La Sua cameretta era mèta continua di sa­lutari visite da parte di Sacerdoti e Religiosi, e spesso anche di Vescovi. Madre Elena fu stimata e consultata con frequenza da Papa Pio XII, che le riconobbe doti di abnegazione, carità e profezia.

A Roma il 19 giugno 1961, Madre Elena concluse la sua vita terrena per entrare nel Regno del Padre. Poi le sue spoglie mortali furono portate nella Casa Madre di Cosenza. Il 24 giugno dello stesso anno, il giornale « Il Tempo », a pagina 12 (e altri quotidiani) dava la seguente notizia: « Una donna " miracolata " dalla monaca santa di Co­senza. Si tratta di una giovane, guarita improvvi­samente da una grave forma reumatica »; la miracolata sarebbe la signora Niní Car­ravetta, di 30 anni.Nel gennaio del 1991 Madre Elena Aiello è stata dichiarata Venerabile dalla Chiesa.                                                                                        

                                                                                        Sorella Marisa

Svegliatevi!

Mi sono svegliata

 

 

Quattro anni fa sono stata male, alcuni parenti cattolici mi dicevano di andare a messa, di pregare un po’, io dicevo loro di sì ma non lo facevo mai. I parenti testimoni di Geova mi dicevano, invece,  di andare nella sala del Regno per stare meglio. Io non sapevo che cosa fare. Andavo a trovare la mia parrucchiera, Laura, e da lei ho imparato a pregare con il Santo Rosario e la coroncina della Divina Misericordia.