Giuseppe 
il grande custodeIl 19 Marzo la Chiesa festeggia  S. Giuseppe di Nazaret, padre putativo di Gesù e custode della Sacra Famiglia.  Pio IX, nel 1870, lo dichiarò “Patrono della Chiesa Cattolica”,  affidadola alla sua speciale protezione.

Il nostro amato papa, Giovanni Paolo II, nell’Esortazione Apostolica “ Redemptoris Custos, si chiede  “Quali sono i motivi di tanta fiducia?,e dice : ”Leone XIII li espone così: “Le ragioni per cui il beato Giuseppe deve essere considerato speciale Patrono della Chiesa, e la Chiesa, a sua volta, ripromettersi moltissimo dalla tutela e dal patrocinio di lui, nascono principalmente dall'essere egli sposo di Maria e padre putativo di Gesù...

 

Giuseppe fu a suo tempo legittimo e naturale custode, capo e difensore della divina Famiglia... E' dunque cosa conveniente e sommamente degna del beato Giuseppe, che, a quel modo che egli un tempo soleva tutelare santamente in ogni evento la famiglia di Nazaret, così ora copra e difenda col suo celeste patrocinio la Chiesa di Cristo” “Chi era S. Giuseppe? Giuseppe è l’uomo al quale fu affidato in modo particolare ed eccezionale il grande mistero di Dio stesso. Il mistero  dell’incarnazione”.”La cooperazione di Giuseppe al mistero dell’Incarnazione comprende anche l’esercizio del ruolo paterno nei confronti di Gesù”.            ( G.Paolo II)

Gli evangelisti, pur affermando chiaramente che Gesù è stato concepito per opera dello Spirito Santo…, chiamano Giuseppe sposo di Maria e Maria sposa di Giuseppe”                        (cfr. R. C. n 7;  Lc 1,26;    Mt 1,18)

Quello tra Giuseppe e Maria più che un fidanzamento come lo intendiamo noi, era un vero e proprio contratto di matrimonio al quale, secondo le usanze ebraiche, sarebbe seguita la convivenza dopo circa un anno, ma Maria si trovò incinta prima che andassero a vivere insieme.

L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. … Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. (Lc 1,30)   

Chiediamoci perché una tale risposta da parte di Maria dal momento che di lì a poco avrebbe formato una famiglia con Giuseppe?

 S. Agostino pensa che “certamente Maria non avrebbe detto quelle parole se non avesse offerto in voto a Dio la sua verginità”   (De sancta Verginitate)

Sicuramente Giuseppe ravvisava in Maria i segni di una creatura speciale. Maria era pura e quella pienezza di grazia, che lei custodiva, traspariva dalle sue azioni, delle sue parole; si distingueva tra tutte e da tutti per il suo portamento e per la sua bontà fuori dal comune. Non poteva che essere così dal momento che Maria è l’archetipo della creatura creata da Dio a sua immagine e somiglianza nella sua bellezza originale, quella stessa  bellezza che Adamo ed Eva avevano ereditato e  deturpato con la disobbedienza.  

 

Per Giuseppe la vita di grazia di Maria non lasciava spazio ad alcun dubbio: Maria non era una donna adultera. Per questo si può intuire il profondo turbamento, il grande travaglio interiore che assalì Giuseppe, quando venne a conoscenza di quella inaspettata maternità!

Giuseppe, da uomo “giusto” qual era, non poteva accettare

una paternità non sua, non era il padre biologico di Gesù

e la gravidanza di Maria umanamente non poteva che

spiegarsi con un atto di infedeltà, per questo doveva

obbedire alla legge mosaica, che prevedeva la

denuncia di Maria, l’atto di ripudio e la

conseguente condanna alla lapidazione.

“…Maria prima che andassero a vivere

insieme si trovò incinta per opera dello

Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che

era giusto e non voleva ripudiarla,

decise di licenziarla in segreto.”     ( Mt 1,18)

Di qui la decisione di infrangere quella promessa. Giuseppe pensa di non farlo ufficialmente per non esporre Maria al pubblico ludibrio e alla lapidazione. Quella di Giuseppe fu una decisione coraggiosa, poiché era consapevole che non tuti l’avrebbero capito e la situazione sarebbe stata imbarazzante anche per lui, ma volle affidare tutto alla divina Volontà.

Ma nel Disegno sapiente di Dio era coinvolto anche Lui: “Quando Maria riceve la visita dell’angelo all’Annunciazione è già promessa sposa di Giuseppe. Indirizzandosi personalmente a Maria, il Signore unisce quindi già intimamente Giuseppe al mistero dell’Incarnazione. Questi ha accettato di legarsi a questa storia che Dio aveva iniziato a scrivere nel seno della sua sposa”        (  Benedetto XVI Camerun, marzo 2009)

 

 Per questo la scelta di Dio di venire ad abitare in mezzo a noi, doveva rendersi soprannaturalmente manifesta anche a colui al quale Dio aveva affidato la cura di se stesso, per questo gli inviò il suo angelo per rassicurarlo e confermarlo nella sua missione:  “Giuseppe non temere di prendere con te Maria tua sposa perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo”. (Mt1,20)

Sicuramente quelle parole avranno provocato  in Giuseppe  un’esplosione di gioia e di profonda commozione: non si era sbagliato sul conto di Maria!

Ora la fede di Maria e quella di Giuseppe si fondono insieme, entrambi rispondono alla missione loro affidata.

In particolare a Giuseppe Dio ha affidato  la grande missione di accompagnare, custodire e proteggere in terra Gesù e Maria : il creatore e la sua creatura, il redentore e la sua “culla”.

“Esercitando la sua funzione di padre ha cooperato con la sua sposa a rendere la casa di Nazaret un ambiente favorevole alla crescita e alla  personale del Salvatore dell’umanità.. Iniziandolo, poi, al duro lavoro di carpentiere, Giuseppe ha permesso a Gesù di inserirsi nel mondo del lavoro e nella vita sociale”.                                   (G.Paolo II, Udienza 1996)

Come doveva essere bello per Giuseppe tornare a casa,  dopo il faticoso lavoro e le angustie che inevitabilmente la vita riserva, e respirare l’amore puro di Gesù e Maria. Giuseppe ha potuto contemplare un po’ di paradiso in terra, un’oasi di cielo, un’anteprima di quello che Dio ha preordinato nei cieli per noi. Ma alcuni,  pur rispettando le figure di Giuseppe e Maria, non credono che abbiano potuto vivere in perfetta castità tanto da ritenere che abbiano avuto altri figli, oltre Gesù.

Perché tante riserve per il fatto che Giuseppe e Maria vivessero l’uno accanto all’altro nel calore e nell’impegno della vita familiare in perfetta castità?  

 

 “Egli l’ha amata con quel grande rispetto che è il sigillo dell’amore autentico. S. Giuseppe ci insegna che si può amare senza possedere.”               ( Benedetto XVI, Angola 2209)

Per noi questo potrebbe essere difficile da comprendere ma sappiamo che “ nulla è impossibile a Dio (Lc1,37).

Maria SS. era immune dal peccato originale, per lei non è valso ciò che si sentì dire Eva dopo la caduta: “Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà“ (Gn 3,16)

Il disordine del peccato non ha prevalso su di lei, Maria è stata la depositaria qui in terra della bellezza, della purezza e dell’amore che Dio ha dato dall’eternità alla sua creatura.

Non sarebbe fuori luogo pensare che Giuseppe nel corso della sua vita, in cuor suo, avesse percepito una speciale chiamata del Signore, alla quale la provvidenza di Dio lo stava preparando. Perché non considerare l’ipotesi che Giuseppe  avesse desiderato offrire al Signore la sua verginità!   Anche per lui, come ancora oggi accade per coloro i quali il Signore chiama ad una vita di speciale consacrazione, saranno valse le Parole che il Signore rivolse a Geremia: “ Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato”. (Ger 1,5)

D’altra parte questa idea non era nemmeno in contrasto con gli usi e la cultura  del tempo, poiché c’erano delle comunità di uomini, chiamati Esseni, che tra le altre cose avevano fatto il proposito di mantenersi casti per tutta la vita, perché credevano che il Salvatore sarebbe nato da una vergine così come aveva profetizzato Isaia.                                          ( cfr. Is 7,14).

Ciascuno riceve il suo dono da Dio  (cfr. I Cor 7,1-7) e la castità non da tutti è compresa, ma solo a coloro ai quali è stato concesso (cfr. Mt 19, 10).

Anche S. Bernardino da Siena dice che“… quando la condiscendenza divina sceglie qualcuno per una grazia singolare o per uno stato sublime, concede alla persona così scelta tutti i carismi che le sono necessari per il suo ufficio. …Ecco quanto si è avverato soprattutto nel grande S.Giuseppe...”

Per noi cattolici non ci sono dubbi: Giuseppe è lo sposo castissimo di Maria, custode tenerissimo di Gesù e nostro custode nel cammino di fede. Anche noi, così come ci ha incoraggiato a fare S. Teresa D’Avila, lo abbiamo eletto “come nostro avvocato e Patrono perchè egli aiuta moltissimo le anime che a Lui si raccomandano”.” Mentre agli altri santi sembra che il Signore abbia concesso di soccorrerci in una singola necessità, ho sperimentato che il glorioso S. Giuseppe ci soccorre in tutte”.                                                                (cfr. Libro della mia vita cap 6 ) 

Grazie amabilissimo e tenerissimo  S. Giuseppe perché ci porti nel Tuo cuore!

                                                                                                                                                                                                                        Sorella Elisabetta

 

 

  

 

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