Guardate i gigli del campoIn quest’ultimo periodo ci insegue, ci raggiunge e ci inquieta la parola “crisi” e, bisogna ammetterlo, ha il potere di metterci un po’ tutti in difficoltà!

Siamo abituati ad associare questa parolina ad un’altra “valori”. Ahimè alla crisi di valori di fatto se ne è aggiunta un’ altra: “crisi economica”. 

E’ un’inquietudine che sta accomunando ormai gli uomini di molte nazioni, almeno in questo possiamo sentirci uniti e come dice un vecchio adagio “mal comune, mezzo gaudio”!

Davvero questa crisi economica può minare l’equilibrio della nostra vita, può toglierci la serenità, farci cadere nella paura per il nostro futuro? Certo, questo è possibile nella misura in cui ci sentiamo figli dell’economia e dei grandi sistemi e progetti economici, non lo è se come cristiani siamo consapevoli di essere Figli di Dio.  Plasmati, per amore, dalla sua mano onnipotente,  Dio ci ha adottati quali figli nel suo Figlio,  restituendoci quell’abbraccio paterno che avevamo perduto a causa del nostro egoistico desiderio di autosufficienza . Alla nostra ingratitudine il Padre ha risposto con la sua smisurata misericordia, con  la sua magnanimità, continuando ancor oggi a far “sorgere il suo sole sui cattivi  e sui  buoni, a far piovere sui giusti e sugli  ingiusti” (Mt 5,45); ci ha riconquistati alla sua paternità non con la forza della sua onnipotenza ma con la “debolezza” e tenerezza del suo amore, perché vuole che tutti i suoi figli siano salvi e possano partecipare e godere della sua vita divina (cfr.1Tm 2,4).

Oggi, come alla Creazione, la sua paternità  è presente,  facendosi uomo si è avvicinato e chinato su di noi fisicamente, come una madre si china sul proprio figlio. Dice Gesù. “chi vede me vede il Padre”  e in Gesù,

il Padre ha detto e dato Se Stesso  (Gv 12,45 ).

Con il cuore colmo di gratitudine e con lo sguardo al cielo possiamo chiamare Dio, Padre nostro e chiedergli  “ sia santificato il tuo nome,  venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano…”. Questa preghiera, insegnataci dallo stesso Gesù, può rimanere inascoltata ? Impossibile: “tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato”(Mc 11,24 ).

Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.  Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli  chiede un pesce, gli darà  una serpe al posto del pesce?  O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?  Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo  darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!” (Lc 11,9)

Non ci sentiamo rianimare il cuore all’udire queste Parole ? Di cosa preoccuparci, abbiamo un Padre ! Forse,  manchiamo di  fede ! Se veramente diciamo di credere in Lui, dobbiamo credere a tutte le sue Parole, perche  “è fedele Ccolui che ha promesso”  (Eb 10,23).

Il Signore, conoscendo la nostra poca fede, la nostra fragilità e limitatezza ad aprirci ai vasti orizzonti della sua bontà, ancora oggi, come ha fatto con i suoi discepoli, ci esorta  “Non preoccupatevi  per la  vita, di quello che mangerete; né per il corpo, di quello che indosserete.  La vita infatti vale più del cibo e il corpo più del vestito. Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure  Dio li nutre. Quanto più degli uccelli valete voi!   Chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria  vita?  Se  non  potete fare neppure così poco, perché vi preoccupate per il resto?   Guardate come crescono i gigli: non faticano e  non filano. Eppure io vi dico: neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Se dunque Dio veste così bene l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, quanto più farà per voi, gente di poca fede?   E voi, non state a domandarvi che cosa mangerete e berrete, e non state  in ansia: di tutte queste cose vanno in cerca i pagani di questo mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno date in aggiunta” (Lc 12,31).  

 E’ necessario  riflettere sullo scopo della nostra vita  e rispettare una gerarchia di valori: amare Dio e amarci tra di noi. Il cammino della vita porta tutti, indistintamente, al Cielo. Il nostro impegno principale deve essere quello di prepararci “borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.    ( Lc 12,33) 

“Fate attenzione  e tenetevi lontano da ogni cupidigia  perché,  anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede” (Lc 12,15).

Che non ci capiti di pensare come quel ricco contadino: “ demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più  grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni.  Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e divertiti”, e sentirci poi rimproverare  dal Signore: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio”  (Lc12,18).

Dobbiamo aver il coraggio di investire in Lui, nelle sue promesse: “sulla tua Parola getterò le reti” (Lc 5,5), i tassi d’interesse sono molto più alti e sicuri, perché il Signore non si lascia vincere in generosità. Per superare la crisi dobbiamo ripartire da Cristo, che ci parla di sobrietà, di temperanza, di solidarietà, di condivisione. Noi possiamo essere ricchezza gli uni per gli altri, come è  accaduto grazie a quel ragazzo che ha messo a disposizione i suoi pochi pani e pesci.

La divisione con Gesù si trasforma in moltiplicazione!

Ci esorta Gesù :“Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle” ( Mt 5, 42).

Fintanto che tutti ci adopereremo a” portare i pesi gli uni degli altri” ( Gal 6,2),

tutti avremo un futuro dignitoso.

Dunque, cerchiamo una soluzione concreta e cristiana a questa crisi e diciamo con S. Paolo: “ non abbiamo portato nulla nel mondo e nulla possiamo portare via. Quando dunque abbiamo di che mangiare e di che coprirci, accontentiamoci” (1 Tm 6,7).

Dobbiamo rassicurare il nostro cuore perché il Padre nostro non ci farà mai mancare il necessario: “Il Signore rende sicuri i passi dell’uomo e si compiace della sua via. Se egli cade, non rimane a terra, perché il Signore sostiene la sua mano. Sono stato fanciullo e ora sono vecchio: non ho mai visto il giusto abbandonato né i suoi figli mendicare il pane.  Sta’ lontano dal male e fa’ il bene, e avrai sempre una casa.  Perché il Signore ama il diritto e non abbandona i suoi fedeli; “ (Salmo 37,23).   

 “ Il Signore rende sicuri i passi dell’uomo e si compiace della sua via. Se faremo la volontà di Dio, tutto ci sarà dato in aggiunta e non dimentichiamo “se siamo Figli siamo anche eredi …..”  ( Rm 8,17 ).

 

                                                                    Sorella Elisabetta