all’amore

Si            

                      

 

 

Dobbiamo seriamente cominciare a chiederci se l’immagine mediatica che abbiamo della donna  è veritiera: alta, formosa, canterina, ballerina, elegante, seducente, assolutamente famosa, “praticamente perfetta”! E’un modello di donna con cui, ed inevitabilmente a causa dell’assalto mediatico, ci si deve confrontare perché  si impone nelle nostre famiglie e tra le nostre gioiose giovinette.  Ma se qualcuna al confronto scopre di avere qualche chilo di troppo? E se qualcun’altra, malgrado tutto, crede che il “fumo” danneggia la salute, oltre che la tasca? E se qualcun'altra crede ancora nel pudore e nella verginità che va custodita e consegnata nei tempi opportuni? … Ci si deve conformare alla massa per sentirsi  accettate e al passo con i tempi o si deve affrontare un combattimento psicologico per mantenere le proprie  convinzioni  e non rischiare di cedere a questi allettamenti per non sentirsi  tagliate fuori ?

Ma è proprio questo il nostro modello di donna? E’questa la dignità, l’emancipazione della donna?  Credo  che non dobbiamo essere valutate alla stessa stregua di un prodotto commerciale, schiavo della legge del mercato che gioca molto sulle apparenze!

 Mi sovviene la raccomandazione del Signore a Samuele a proposito dell’unzione del re Davide: “Non guardare al suo aspetto né all’imponenza della sua statura. … perché io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore”.(Cfr. I Sam 16,7).

La vera bellezza della donna risiede in se stessa, nelle sue doti naturali e spirituali di cui il Signore l’ha arricchita. Creata ad immagine e somiglianza di Dio, la prima caratteristica che la contraddistingue è l’amore.  Il Beato Giovanni Paolo II nella Lettera apostolica sulla dignità e vocazione della donna “Mulieris Dignitaten” ha detto che  “La dignità della donna viene misurata dall’ordine dell’amore, che è essenzialmente ordine di giustizia e di carità.

Santa Teresa Benedetta della Croce meglio conosciuta come Edith Stein (filosofa ebrea convertita al cattolicesimo, suora carmelitana uccisa nel lager nazista) ha tenuto una serie di conferenze  sulla “Donna”, toccando ogni aspetto della sua vocazione e delle sue doti naturali.  Lei afferma che:  “La natura della donna è basata sulla sua vocazione originaria: essere sposa e madre. Sono due momenti stretti da intima connessione. Il corpo della donna è strutturato in modo da poter essere “un’unica carne” con un altro, e da far sviluppare in sé una nuova vita umana…. La donna è la protezione e quasi la dimora di altre anime, che in lei possano svilupparsi.

 

 Questa duplice funzione di compagna dell’anima e di madre delle anime, non è limitata agli stretti confini dei rapporti matrimoniali e materni, ma si estende a tutti gli esseri umani che entrano nel suo orizzonte. L’anima muliebre deve perciò essere ampia e aperta a tutta l’umanità, deve esser calda, per non raggelare i teneri semi, deve esser luminosa, perché nelle pieghe e negli angoli scuri non allignino erbe cattive, deve esser riservata perché le irruzioni dall’esterno possono metter in pericolo la vita intima; deve esser vuota di sé per lasciare ampio spazio in sé alla vita altrui; deve essere infine padrona di sé e del proprio corpo, così che tutta la sua personalità sia pronta a servire ad ogni richiamo. Questo è l’ideale dell’anima femminile. Così era plasmata l’anima della prima donna, e così, dobbiamo rappresentarci l’anima della madre di Dio. In tutte le altre donne, dopo il peccato, vi è certo un germe che può svilupparsi in questo modo, ma ha bisogno di una cura e di una custodia tutta particolare, per non restar soffocato tra le erbe cattive, sempre tanto rigogliose”.

 Due donne Eva e Maria: lo stesso Creatore, una risposta diversa! Essere donna con la D maiuscola richiede un lavorio delicato e costante, spesso noi donne tiriamo fuori il peggio di noi: l’orgoglio, l’arrivismo, l’egoimo, la chiusura alla vita e quant’altro, tanto da far dire a Qoelet “ Un uomo su mille l’ho trovato: ma una donna fra tutte non l’ho trovata.” (Qoelet 7,38 ) Beh! Qoelet non aveva ancora conosciuto Maria S.S. che è l’emblema della donna secondo Dio. E’ lei il modello a cui ogni donna, tanto più se si professa cristiana, dovrebbe ispirarsi  per imparare ad assecondare la legge dell’amore che è in lei.

La Madonna  è  una donna di fama mondiale e dopo duemila anni di storia fa ancora parlare di sé. Ma chiediamoci, qual è il segreto della sua notorietà?  Le  Opere che ha scritto dal linguaggio forbito? No, non ne ha scritte e di lei si parla pochissimo nel Vangelo!  La sua bellezza? Certamente, ma è una bellezza del tutto nuova, coloro a cui è apparsa  dicono che la sua bellezza è singolare e di eccezionale splendore. Il suo modo di vestire? Indossa abiti  sicuramente belli ma decorosi, lunghi ed ha un velo che le copre i capelli ! Maria si distingue per la sua umiltà: “Dio ha guardato l’umiltà della sua serva”. La maternità verginale e divina, a cui Dio l’ha preparata per essere la culla amorevole del Figlio suo, non è stata per lei un motivo di vanto ma di sottomissione, un servizio al Padre e Creatore. Ha dato a noi solo esempio di riservatezza, di sottomissione alle prescrizioni religiose e temporali, di povertà. Pur essendo la Madre del Re dell’universo, Creatore del cielo e della terra, non ha preteso una reggia, era una donna del popolo, dei poveri  di YHWH,  ha dovuto superare tante difficoltà. Ha dato esempio di servizio affrontando un viaggio faticoso per aiutare fattivamente sua cugina Elisabetta nei lavori domestici. L’agire della Madre di Dio, il suo servizio, parte dal cuore pieno dell’amore di Dio, non si muove per appagare se stessa, entra nel dolore dell’altro per portarlo insieme, condividerlo, per ridonare la gioia. Maria S.S. si apre al sacrificio, conscia che il sacrificio produce ricchezze spirituali prima ancora che materiali. Si è lasciata coinvolgere dalle difficoltà altrui com’è successo alle nozze di Cana. “il suo sguardo silenzioso e scrutatore osserva tutto e si accorge dove manca qualcosa. E prima che qualcuno lo abbia notato, prima che subentri l’imbarazzo, ha già portato il suo aiuto. Trova mezzi e modi; dà le indicazioni necessarie; e tutto in silenzio,  senza far notare nulla” ( cfr. “La Donna” )S. Edith Stein  ce l’addita come esempio anche nell’ambito professionale: Perciò l’ingresso della donna nei vari rami professionali può essere una vera benedizione per tutta la vita sociale, sia privata che pubblica, purchè ella custodisca lo specifico ethos femminile. E anche qui possiamo volgere lo sguardo alla madre di Dio.   … Ecco l’esempio della donna nella vita professionale. Ovunque viene assunta, essa  adempie in silenzio e obbedienza il suo  servizio senza pretendere per sé attenzioni o riconoscimenti. Ed insieme tiene d’occhio con vigilanza tutta la situazione, si accorge se qualcosa manca, se qualcuno ha bisogno di aiuto, e interviene per tutto regolare, per quanto sta in suo potere, senza far notare  nulla, se è possibile. Così ella diffonde ovunque, come uno spirito angelico, la benedizione”.

  Anche per noi può accadere questo miracolo! Ma come realizzare concretamente in noi questo ideale di donna? Dice ancora Edith Stein “Questo stato non possiamo crearlo con la semplice volontà; è la grazia che deve operare. Ecco ciò che noi possiamo e dobbiamo fare: aprirci alla grazia, cioè rinunciare pienamente alla nostra propria volontà, facendola prigioniera del volere divino, porre nelle mani di Dio tutta la nostra anima, pronta ad accettare la sua opera formativa. …Quando la mattina ci svegliamo, subito i doveri e le cure del giorno vorrebbero innondarci da ogni parte. Si affaccia l’interrogativo inquieto: “Come posso fare tutto in un giorno?Quando farò questo, quando farò quello? Come affrontare questo dovere, come por mano a quella faccenda? Ci si vorrebbe alzare d’impeto, e gettarsi a capofitto nell’attività. Ma allora importa prendere in mano le redini e dirsi: Calma! Per ora niente di tutto ciò! La mia prima ora del mattino è del Signore.

 Poi affronterò il lavoro quotidiano che egli mi affida, ed egli mi darà la grazia di adempierlo. Se comincio la mia giornata lavorativa così, dopo la messa mattutina, vi sarà in me un sacro silenzio, e la mia anima sarà vuota da ciò che la inquieta e affatica, e sarà piena, invece, di santa gioia, di coraggio ed energia.” Sì, seguiamo pure i consigli di questa grande santa che ha saputo coniugare fede e ragione nella sua breve e tribolata vita terrena.  I nostri modelli allora non siano le V.I.P. della televisione ma le Very Important Person di Dio: Maria e tutte le sante donne che sono state per noi esempi concreti di intelligenza, semplicità e carità: S. Gianna Beretta Molla,  B. Madre Teresa di Calcutta, S. Caterina da Siena, S. Giovanna D’Arco …,  l’elenco sarebbe interminabile! Sono state eroiche, grandi, perché hanno semplicemente  corrisposto alla vera vocazione a cui noi donne siamo chiamate : all’Amore. Riflettiamo sulla chiamata che il Signore ci ha consegnato,  sforziamoci di seguire i consigli che ci dà S. Pietro:”Il vostro ornamento non sia quello esteriore - capelli intrecciati, collane d’oro, sfoggio di vestiti – ma piuttosto, nel profondo, del vostro cuore, un’anima incorruttibile, piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio.(I Pt 3,3). La nostra vita è un soffio, è come il fiore del campo che sboccia al mattino e avvizzisce la sera, viviamo bene questo pellegrinaggio terreno anche perchè saremo giudicati sull’amore che avremo dato a Dio ed ai fratelli.

 

                                                                                   Sorella Elisabetta