Per Antonio

 

 

 

 

Ciao Antò, frequento la III media a Bellizzi (Sa) e ho quattordici anni.

Sai, capisco che nella vita si incontrano delle difficoltà di ogni genere, purtroppo un problema di difficoltà maggiore per i ragazzi è quello della droga. Antò, nella vita ci sono soltanto due strade: la prima è quella buona, la seconda è quella errata. Sai, ci si può trovare in quella errata quando un ragazzo non ascolta i propri genitori e si fa trasportare dalla propria ingenuità e dalle compagnie; ascolta, la droga è tale che rende un’esistenza bruttissima perché ti illude e non ti fa rendere conto. Si inizia con droghe leggere fino a quando si arriva in un mondo oscuro, quello della cocaina, dell’ecstasy, fino ad arrivare al suicidio, cioè all’eroina.

Questa oscurità non porta solo alla dipendenza dalla droga ma anche alla malattia mentale, al bisogno sfrenato di soldi e quindi al furto, allo spaccio, fino alla perdita della libertà e soprattutto della propria identità. Non ti sei mai chiesto: “Ma perché non posso godermi la vita? E come?”: basta ricominciare sulla strada buona! Antonio, il mondo di oggi è pieno di falsità, di insoddisfazione, di sofferenza, la vita è difficile, perciò si deve essere forti, duri ed accontentarsi di quello che si ottiene e, soprattutto quando si incontrano delle difficoltà, credere di poterne uscire, stringere i denti, perché ognuno di noi può sconfiggere il male. La felicità, la semplicità, la purezza e l’onestà sono, secondo me, le basi sulle quali costruire una sana famiglia e trasmettere ai figli una vita serena e leale con la propria identità. Antonio, ricorda che nella vita ci si può aspettare di tutto nel bene e nel male, ma per trovarci sempre sulla strada giusta, bisogna seguire la luce di Dio che è l’unico che non volta mai le spalle, anzi siamo sempre noi che le voltiamo a lui e ci cacciamo sempre nei guai. Lui è il maestro nostro e noi non lo ascoltiamo mai, è il nostro più grande amico e noi non lo amiamo e quindi se siamo infelici non dobbiamo rimproverare lui.

Antonio, finora ti ho scritto parole sincere dal più profondo del cuore e spero che rimangano anche nel tuo cuore, ora però voglio raccontarti un po’ di me e della mia famiglia. Ti ho scritto questa lettera per il semplice fatto che mi hai aiutato tanto e ho riflettuto su alcuni sbagli commessi, anche se non gravi. Il 23 marzo di quest’anno ho avuto un’opportunità, quella di visitare un altro pianeta, un pianeta di sofferenza, di solitudine, dove vivono delle persone come me che, però nella loro vita hanno fatto sbagli… ma chi nella vita non ha mai sbagliato e non continuerà a farlo?

Sono abituata ogni giorno a pormi una domanda: cosa mi manca? Sai cosa mi rispondo?...che ho tutto e ringrazio sempre Dio che mi dà la forza e non mi fa mancare niente. Ho una madre che è disposta sempre ad ascoltarmi e ad aiutarmi nei miei problemi scolastici e sentimentali. Ho un padre che stravede per me e mi ama da morire e non mi ha mai sfiorato con un dito dal bene che mi vuole e poi ho un fratello… ha 22 anni, purtroppo anche lui come te ha avuto un’adolescenza burrascosa. Adesso mi spiego meglio: lui ha iniziato a fumare a 13 anni, a 16 spinelli e quant’altro, a 17 anni si è fidanzato con una ragazza che aveva brutte situazioni familiari (il padre rubava, la madre di peggio, il fratello maggiore preso per tre volte per uso di stupefacenti, il secondo emulo del padre e del fratello maggiore, il fratello più piccolo, spacciatore, un mese fa è stato arrestato per tre giorni per possesso di stupefacenti: gli hanno trovato in tasca 20g. di eroina! I carabinieri molto spesso perquisivano la loro casa… una situazione orrenda che mi toglieva persino il sonno). Quando sentivo il citofono suonare verso le tre del mattino temevo sempre che fossero i carabinieri che ci portavano la brutta notizia. Lui come tante altre persone era passato dallo sfizio dello spinello al bisogno psicofisico, era un caso irrecuperabile… Ogni sabato andava a ballare e tornava a casa verso mezzogiorno del giorno dopo oppure stava fuori più di uno o due giorni senza preoccuparsi di avere due genitori e una sorella piccola a casa ad aspettarlo.

 I miei genitori si sono rifugiati nella preghiera, l’unica arma capace davvero di aiutare. Non so come abbiano fatto a non stancarsi di pregare notte e giorno, ma per grazia di Dio a vent’anni mio fratello Antonio (si chiama proprio come te!) si è lasciato con questa ragazza perché ha intuito il pericolo che correva. Dopo aver preso la patente chiese ai miei genitori di comprare l’auto e la proposta fu accettata, si comprò una yaris (15.000 euro). Dopo un mese è andato a Napoli al centro commerciale, ma al ritorno la strada era bagnata e ad una curva si era creata una coda, quando lui si è accorto ha frenato ma ha perso il controllo e ha tamponato un furgone e tre macchine. Aveva paura di chiamare mio padre perché ne aveva già combinate tante tuttavia riuscì a farlo e gli disse che si voleva uccidere perché aveva provocato un altro danno alla nostra famiglia. Mio padre non si curò del danno ma si preoccupò della salute di suo figlio. Antonio non è mai stato credente, ma nascosta in macchina aveva una corona del Rosario che è stata l’unica cosa a non essersi rotta. Dopo quest’incidente, si chiuse in casa e non usciva più, non parlava, era caduto in depressione. Da questa situazione è riuscito ad uscire grazie a quella medicina che solo poche persone conoscono, la Parola di Dio!

Dopo una vita travagliata, finalmente siamo di nuovo una famiglia: Antonio è tornato a scuola, quest’anno si diplomerà con la qualifica di odontotecnico e continuerà gli studi. Tutte le sere ma soprattutto la domenica siamo tutti a tavola a dialogare e sempre tutti insieme partecipiamo alla Messa. Ti assicuro che, avendo fede, tanti problemi si superano. Questa mattina volevo raccontare tutto ciò, ma ero emozionatissima: devo ringraziare Dio se mio fratello non si trova in quel bruttissimo mondo! Adesso ti devo un GRAZIE prima di tutto perché mi sono un po’ sfogata (tu sei la prima persona a cui ho scritto per raccontare questa vicenda), poi perché questa mattina non ho fatto una passeggiata ma una chiacchierata con delle persone meravigliose.

 

 Antò, mi raccomando, quando uscirai, racconta tutto ai tuoi figli e non preoccuparti perché loro saranno disposti ad accettare e a ringraziarti dell’uomo che sei! Complimenti. Fa’ tesoro dell’opportunità che il carcere ti sta dando e ritieniti fortunato di essere capitato in un posto dove ti curano e non ti considerano solo un numero!

Ti auguro tutta la felicità di questo mondo, ma non quella che può offrirti la brutta società che non ha scrupoli e non guarda in faccia nessuno!

Mi raccomando, sii forte e cerca di resistere alle tentazioni, dì sempre: “Aiutami, Signore” e vedrai che non resterai deluso. E poi ricordati del discorso fatto al tuo compagno Rosario, non sei solo, c’è sempre qualcosa, qualcuno a cui puoi appoggiarti sempre e comunque… non mollare, continua a lottare, a combattere contro questa vita che ti metterà spesso davanti degli ostacoli che in compagnia di chi tiene a te riuscirai a superare… io sono con te.

                                                                                       Con affetto.