"...Tu sei Pietro..."CHE SIANO SANTI COME SANTO E’ DIO

 

Il 19 giugno scorso, solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù e giornata tradizionalmente dedicata alla preghiera per la santificazione del clero, ha avuto inizio l’Anno Sacerdotale voluto da Sua Santità Benedetto XVI, in concomitanza del 150° della nascita di S. Giovanni Maria Vianney, patrono dei sacerdoti. Il Santo Padre ha indetto quest’anno di riflessione, di approfondimento e soprattutto di preghiera per riscoprire, comprendere e sostenere coloro che il Signore chiama a seguirlo più da vicino affidando loro in dote il ministero del sacro: i sacerdoti. Ad essi si è rivolto nella lettera del 16 giugno u.s. sottolineando che “Nel mondo di oggi, come nei difficili tempi del Curato d’Ars, occorre che i presbiteri nella loro vita e azione si distinguano per una forte testimonianza evangelica”.

 

Nel corso dell’udienza generale di mercoledì 24 giugno, in piazza S. Pietro, il Papa ha precisato che lo scopo dell’Anno Sacerdotale è “favorire la tensione di ogni presbitero verso la perfezione spirituale dalla quale soprattutto dipende l’efficacia del suo ministero, e aiutare innanzitutto i sacerdoti, e con essi l’intero popolo di Dio, a riscoprire e rinvigorire lo straordinario dono di Grazia che il ministero ordinato rappresenta per chi lo ha ricevuto, per la chiesa intera e per il mondo, che senza la presenza reale di Cristo sarebbe perduto”.

Chi è il sacerdote? E’ innanzitutto un uomo che ha risposto alla chiamata di Dio con tutto se stesso, la propria intelligenza, il proprio carattere, i propri talenti e, al tempo stesso, i propri limiti umani, promettendo umiltà, castità ed obbedienza nelle mani del Vescovo, successore degli apostoli, per dedicare la propria esistenza alla cura delle anime, ad essere dispensatore della Parola e dei Sacramenti, testimone di fede, speranza e carità per tutti gli uomini. E’ un uomo che,  per amore di Dio e del prossimo, accompagna ogni credente in tutte le circostanze della vita, celebrando i sacramenti, ascoltando, confortando, accogliendo, riconciliando: quando tutte le porte sembrano chiudersi nelle situazioni critiche dell’esistenza, ci sarà sempre un sacerdote disponibile a donare l’abbraccio misericordioso dell’Amore di Dio, con spirito di condivisione e di servizio. In tal senso le parole del Papa, pronunciate nella stessa udienza del 24 giugno chiariscono ulteriormente: “Alter Christus, il sacerdote è profondamente unito al Verbo del Padre, che incarnandosi ha preso la forma di servo (cfr. Fil 2,5-11).

 

 Il sacerdote è servo di Cristo, nel senso che la sua esistenza, configurata a Cristo ontologicamente, assume un carattere essenzialmente razionale: egli è in Cristo, per Cristo e con Cristo al servizio degli uomini, …è ministro della loro salvezza, della loro felicità, della loro autentica liberazione maturando, in questa progressiva volontà del Cristo, nella preghiera, nello stare a cuore con Lui. Concludendo il suo intervento, il Papa esprime il suo augurio e la sua speranza: “Possa l’anno sacerdotale condurre tutti i sacerdoti ad immedesimarsi totalmente con Gesù Crocifisso e risorto, … e avvertano in maniera costante e profonda la responsabilità della loro missione che è segno e presenza dell’infinita misericordia di Dio”.

Cosa può fare allora il popolo cristiano affinché la preziosa missione dei sacerdoti continui a portare nel mondo frutti di verità e di salvezza secondo la volontà di Dio ed il mandato di Gesù Cristo agli apostoli: “Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo ad ogni creatura”.(Mc 16,15)? Nell’udienza del 1° luglio u.s. il Papa chiede che in tutte le diocesi, nelle parrocchie, nelle comunità religiose e monastiche, nell’ambito di associazioni e movimenti ecclesiali ed aggregazioni pastorali siano promosse iniziative di preghiera e di adorazione eucaristica per la santificazione del clero e le vocazioni sacerdotali. Ripetutamente nei suoi interventi il Pontefice torna sull’argomento chiarendo aspetti del ministero sacerdotale e fornendo preziosi spunti di riflessione, come nel discorso pronunciato durante l’udienza di mercoledì 12 agosto dal Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, nell’approssimarsi della ricorrenza dell’Assunzione, quando ha sottolineato la particolare predilezione della Vergine Maria per i sacerdoti “ per due ragioni: perché sono più simili a Gesù, amore supremo del Suo cuore, e perché essi, come Lei, sono impegnati nella missione di proclamare, testimoniare e dare Cristo al mondo. Per la propria identificazione e conformazione sacramentale a Gesù, Figlio di Dio e Figlio di Maria, ogni sacerdote può e deve sentirsi veramente figlio prediletto di quest’altissima ed umilissima Madre”.

E chi più dell’amatissimo Servo di Dio Giovanni Paolo II ha pienamente incarnato, anche nei nostri giorni, l’amore più totale a Gesù Cristo abbracciato anche fisicamente in croce durante l’ultima sua Via Crucis del Venerdì Santo, oltre all’incondizionato amore filiale per Maria Santissima dichiarato nel motto “Totus Tuus”? E tra i santi già riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa, come non pensare a S. Pio da Pietrelcina che ha vissuto in umiltà, castità ed obbedienza la sua identificazione con Cristo, portando nella sua carne le stimmate della Sua dolorosa Passione e morte in croce ed amando profondamente Maria invocata con la recita costante del santo rosario?

Anche ai giorni nostri tanti sacerdoti vivono la loro esistenza donandosi senza riserve, con coraggio e abnegazione, tra avversità e sfiducia di molti. Certo il sacerdote è un uomo, non è perfetto e può sbagliare e perciò va sostenuto con la preghiera e con la collaborazione fattiva. Non è solo il pastore responsabile della salvezza e dell’incolumità delle sue pecore: egli prega per il gregge a lui affidato e lo guida dando anche la vita, ma anche il gregge deve ricambiare l’amore del suo pastore raccomandandolo a Cristo, il Buon Pastore. Tutti avremo conosciuto nella vita un santo sacerdote che ci ha donato preziose testimonianze di vita e di fede. Pensando a questi grandi esempi cerchiamo di essere più indulgenti nei confronti dei sacerdoti, evitando di giudicare i loro comportamenti e le loro decisioni: solo Dio conosce la verità della loro coscienza e l’identità della loro anima! La santità non scaturisce dai loro meriti, la giustizia non si  manifesta attraverso le loro azioni, ma santo e giusto è Dio che si serve delle loro persone perché venga il Suo Regno. Evitiamo giudizi sulla loro persona perché, come ha detto Gesù stesso: “Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra contro di lei” (Gv 8,7) perdonando l’adultera, e “Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”(Mt 7,5).

Preghiamo dunque per la santità dei nostri sacerdoti affinché, illuminati dallo Spirito Santo e ricolmati in abbondanza dei suoi doni, possano essere fedeli testimoni davanti a Dio e davanti agli uomini. Affidiamoli al Cuore di Gesù, primo sacerdote della storia della salvezza e a Maria Santissima, Regina degli Apostoli e dei presbiteri che sono i loro successori.

 

                                                                             Antonella Palomba